Attualità

Elezioni. Mattarella: voto in primavera. E preme per la legge elettorale

Marco Iasevoli sabato 1 luglio 2017

Sergio Mattarella stringe la mano a Paolo Gentiloni

In termini così netti, è la prima volta che Sergio Mattarella indica tappe e priorità alla politica italiana. «La scadenza naturale della legislatura – spiega il presidente della Repubblica all’agenzia di stampa Bloomberg – è fine febbraio. E la data naturale del voto è tra febbraio e inizio primavera. Naturalmente è sempre possibile che si creino condizioni per elezioni anticipate, ma in questo momento non ci sono segnali di questo genere». Ci sono quindi otto-nove mesi pieni di lavoro davanti, in cui rilanciare il tema che per il Colle, garante delle istituzioni, è cruciale: «Spero che nei prossimi mesi sia possibile procedere con l’approvazione della nuova legge elettorale che armonizzi il sistema per le due Camere», è l’auspicio forte che Mattarella manda dal Canada, derogando alla sua regola aurea di non parlare dell’Italia durante i viaggi internazionali. Come in tutti i momenti di fibrillazione politica, dunque, il capo dello Stato accetta il compito di fare da bussola. Stringendo, in primis, i bulloni dell’attuale esecutivo, che ha il compito di portare il Paese alle urne senza scossoni. Lo si fa legittimandone l’azione: «Sulle banche – dice Mattarella a Bloomberg – il governo ha fatto un’operazione di grande sagacia».

Il premier Paolo Gentiloni incassa e rilancia: «Siamo orgogliosi dell’operazione sugli istituti veneti. Noi abbiamo speso molto ma molto meno di Germania e altri Paesi nel salvataggio delle nostre banche», spiega il capo del governo al Tg1 della sera. Poi allarga il discorso: «È importante che abbiamo agganciato finalmente il treno della crescita europea, c’è molta strada da fare, ma le decisioni e le riforme di questi anni hanno prodotto risultati. Quando aumentano i consumi e i risparmi delle famiglie vuol dire che c’è più fiducia». È un avvertimento a tutti i leader della maggioranza, da Renzi a Bersani ad Alfano: il treno della ripresa va agganciato del tutto e la prossima legge di Bilancio non può essere segnata dallo scontro.

Il doppio intervento di Mattarella e Gentiloni arriva quando si è da poco chiuso il pomeriggio del Forum dei circoli del Pd, convocato da Matteo Renzi a Milano. E in qualche modo pone un’ipoteca sulla discussione che si terrà oggi nel popolo dem. Il segretario del Pd è in predicato di pronunciare parole meno nette circa coalizioni e alleanze future: «Io parlo con tutti e sono pronto a stringere alleanze sui temi con tutti, innanzitutto con il Paese – è il discorso che secondo i fedelissimi terrà in mattinata –. Sono il primo a volere una legge che dica la sera del voto chi ha vinto, ma bisogna trovare i numeri in Parlamento. Non sono io a porre veti, il Pd non si tira indietro...». E in quel «non si tira indietro» c’è anche il tacito consenso a primarie in cui Pisapia potrebbe contendergli la premiership. Insomma, il segretario del Pd è in predicato di lasciare il via libera ai gruppi parlamentari per cercare i numeri su una legge maggioritaria. Impresa non facile, perché bisogna comunque provare un dialogo con Fi e M5S.

I segnali che arrivano da Milano sono all’insegna della moderazione: «Il Pd è nato per unire e Renzi incarna quella vocazione», dice il coordinatore dem Lorenzo Guerini arrivando alla kermesse. Chiaro il tentativo di tenere insieme l’idea dell’alleanza con la leadership dell’ex premier. Mentre un altro big, il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, invita Mdp a dare buona prova di sé innanzitutto nell’iter della legge di Bilancio: prima si condivide la responsabilità del governo e poi si valuta l’opportunità di andare avanti insieme. Ciò non vuol dire che Renzi si sia rasserenato rispetto alle polemiche a distanza con Prodi e Franceschini, né che si sia rassegnato alla necessità di tornare insieme a Bersani e Speranza. L’ex premier continua ad avvertire la sensazione che la giostra che si sta attivando potrebbe lasciarlo a terra un giro. Intanto ieri a Milano l’ex premier ha preferito non parlare, lasciando la ribalta al vicesegretario Maurizio Martina e all’ex mister della nazionale femminile di volley, Mauro Berruto, che ha tenuto banco con una lezione tra sport e politica. Il ministro dell’Agricoltura ha chiesto di «non iniziare il secondo tempo del Congresso» e ha lanciato per ottobre un «Forum programmatico». Ben più di un saluto è stato quello del sindaco di Milano, Beppe Sala: «Bisogna trovare un’alleanza per vincere, anche solo con un voto in più degli altri. E sul territorio ci vogliono più cattiveria e candidati competitivi».