Attualità

Il discorso. Mattarella: vaccinarsi un dovere, il 2021 sarà l'anno della ripartenza

Angelo Picariello venerdì 1 gennaio 2021

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto il discorso di fine anno, per la prima volta, in piedi dalla vetrata al piano terra del palazzo del Quirinale, con il cortile d'onore alle spalle, illuminato

Due moniti. Il primo, rivolto a tutti, a considerare un dovere, verso se stessi e verso gli altri, quello di vaccinarsi. Il secondo, rivolto invece ai protagonisti della politica, tutti, a non "illudersi" di poter ricavare convenienze di parte nel non farsi carico della gravità della situazione e delle sfide che essa comporta. Sergio Mattarella evita accuratamente di prendere parte alla contesa in atto per la verifica politica sempre più ingarbugliata. "Questo è il mio ultimo anno al Quirinale", ricorda, e sarà un anno interamente dedicato alla ripartenza dell'Italia. Il presidente chiude con questa annotazione apparentemente di carattere personale il suo sesto messaggio di fine anno agli italiani. In realtà si tratta di un ulteriore invito a non sottrarsi al compito epocale che abbiamo davanti. Come sul vaccino, per il quale si dice pronto, ma aspettando il suo turno, consapevole che vengono prima gli italiani in trincea nella pandemia, ossia gli operatori sanitari. "Ripartenza" e "costruttori" sono le la parole chiave di un messaggio più breve del solito, soli 14 minuti, insolito anche per la location.

Allarme denatalità. Vaccinarsi scelta di responsabilità

Il presidente della Repubblica ha tenuto il suo discorso in piedi, dalla vetrata al piano terra del palazzo del Quirinale, con il cortile d'onore alle spalle, la mascherina in vista appoggiata sul leggio. Mattarella ha ricordato le tante sofferenze indotte dalla pandemia. Quelle delle "persone con disabilità". Le "tante imprese che temono per il loro futuro". Una "larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito". E ha lanciato un allarme denatalità, acuito proprio dal "senso di smarrimento che pone in discussione prospettive di vita". Una previsione di un calo ulteriore delle nascite, "spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità".

Poi ha sferrato un vero e proprio attacco al negazionismo sui vaccini: "La scienza ci offre l'arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili", scandisce con parole inequivocabili il capo dello Stato. "Io lo farò non appena possibile", garantisce dopo aver più volte indicato nella scienza il faro da cui farsi guidare, dal quale ricavare ragionevoli motivi di speranza.

Non disperdere il Recovery fund in mille rivoli

Ma chiuso il capitolo vaccini, guardando avanti il presidente si concentra sulla necessità di non perdere l'occasione del Recovery fund. Un'occasione consentita dal cambio di passo "solidale" dell'Unione Europea, che ("Non era scontato", rimarca Mattarella) è stata in grado di affrontare questa crisi con uno spirito unitario che era mancato nell'affronto, dieci anni fa, della crisi economico finanziaria. Un'occasione per mettere mano a quelle riforme necessarie, trasformando l'emergenza in una irripetibile opportunità. Si tratta quindi di non cadere nell'errore - questo l'invito al governo - di disperdere gli oltre 200 miliardi in via di stanziamento in mille rivoli. "Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale - che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse - possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all'Italia di crescere come avrebbe potuto".

Il 2021 sia l'anno della ricostruzione e dell'unità

Accanto alla prospettiva del vaccino è questo l'elemento di speranza che Mattarella invita a perseguire: "Il 2021 deve essere l'anno della ripartenza". E perché ciò accada occorre intraprendere con coraggio la strada delle riforme, "cambiare ciò che va cambiato, rimettendosi coraggiosamente in gioco". L'emergenza è tale da non permettere mezze misure o esitazioni, lo dice con estrema chiarezza a una politica che non riesce a trovare la giusta unità di intenti. Non a caso Mattarella usa un termine evocativo: "E' l'ora dei costruttori", dice con forza. Il 2021 deve essere l'anno della ricostruzione, dell'unità "morale e civile". Guai a chi immaginasse che l'obietivo sia tornare indietro, alla situazione pre-pandemia, "Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall'emergenza e per porre le basi di una stagione nuova". In questa chiave anche il messaggio di auguri che rivolge a Papa Francesco, che ringrazia "per il suo magistero e per l'affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e giustizia".

E nella costruzione è l'Europa il grande alleato dell'Italia. "La Ue è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l'Europa dei valori comuni e dei cittadini. Ora le scelte dell'Unione Europea poggiano su basi nuove. L'Italia è stata protagonista in questo cambiamento". E lo sarà, potrà esserlo ancor più, in questo 2021 che vedrà l'Italia alla guida del G 20, ricorda Mattarella, completando il quadro delle sfide epocali che si tratterà di saper affrontare.

Le reazioni: plauso unanime, da Conte e dalle opposizioni

Parole che per una volta incontrano un plauso in grado di mettere d'accordo tutte le forze politiche e istituzionali. Sono piaciute al premier Giuseppe Conte che le ha immediatamente fatte sue commentando il discorso del presidente così: "Ora arriva il compito più difficile, quello di continuare a restare coesi e di utilizzare rapidamente e al meglio le risorse utili a sostenere le persone più colpite da questa crisi, nella consapevolezza - come ha detto Mattarella - che 'ora è il tempo dei costruttori'". Sono certo che ce la faremo".

Per Matteo Renzi le parole di Mattarella "rappresentano totalmente lo spirito di un Paese ferito ma pronto a ripartire". "Un grande messaggio che richiama tutti alla responsabilità", anche per Nicola Zingaretti. "Ha saputo rappresentare l'unità del Paese nel momento più difficile", gli dà atto Vito Crimi. All'opposizione Giorgia Meloni condivide la metafora dei "costruttori" e l'invito a non sprecare risorse "come purtroppo è stato fatto", rimarca. Si dichiara in "perfetta sintonia" anche Silvio Berlusconi. "Questo è il tempo di costruttori, non sono ammesse distrazioni, non si deve perder tempo, non vanno sprecate energie e opportunità", ripete testualmente Matteo Salvini. E chiosa: "Parole sante".

Boom di ascolti

Quindici milioni circa i telespettatori sommando quelli delle tv generaliste e quelle tematiche con un 64% di share. Questi i primi rilevamenti di ascolto per il messaggio di fine anno, circa 5 milioni in più dello scorso anno. La sola Raiuno, rete ammiraglia ha fatto registrare un robusto 31,6% degli ascolti.