Attualità

Nomine. Cartabia, prima presidente donna della Corte costituzionale. «Io, apripista»

mercoledì 11 dicembre 2019

Marta Cartabia alla conferenza stampa dopo la sua nomina a presidente della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale riunita in Camera di consiglio ha eletto come sua presidente la giudice Marta Cartabia. Hanno preso parte alla votazione 15 giudici. I voti a favore sono stati 14 (con l'astensione di Cartabia). Marta Cartabia è la prima donna ad essere stata eletta presidente della Corte. Rimarrà in carica fino al 13 settembre 2020, quando scadrà il suo mandato di giudice costituzionale. La neopresidente ha confermato come vicepresidenti i giudici Aldo Carosi e Mario Morelli.

La sua prima dichiarazione dopo la nomina è stato proprio un pensiero per le donne: "In Italia età e sesso ancora contano, ma è stato rotto un soffitto di cristallo e spero di fare da apripista".

Cartabia nel pomeriggio è andata al Quirinale per un incontrare il presidente Sergio Mattarella.

Un coro unanime di consensi ha accolto la nomina.

Riguardo al suo ruolo da "apripista", la stessa Cartabia ha spiegato meglio il suo pensiero: "Penso alle tante giovani studiose di giurisprudenza che avranno la strada aperta. La magistratura sta beneficiando enormemente delle tante forze femminili che superano abbondantemente il 50% ma sono ancora assenti dalla rappresentanza negli organi come il Csm e dai vertici delle giurisdizioni superiori. Tanta strada resta ancora da fare". Un commento infine sulle sue emozioni dopo la nomina: "Provo emozioni di profonda gratitudine per essere stata scelta dai colleghi, gratitudine nei confronti dei miei maestri, di chi mi ha insegnato passo passo e gratitudine verso la mia famiglia, mio marito e i miei figli."

Il suo nome era circolato più volte in occasione del conferimento di prestigiosi incarichi politico-istituzionali. L'ultima è stata l'estate scorsa quando prima del Conte bis si era parlato di lei come possibile premier di un governo di transizione. Ma a Marta Cartabia, la prima donna presidente della Corte Costituzionale, si era pensato anche come ministro del governo Cottarelli, ipotizzato prima del Conte 1. E in precedenza era entrata anche nel toto-nomine per la presidenza della Repubblica.

Giurista cattolica, 56 anni, sposata, tre figli, originaria della provincia di Milano, Marta Cartabia è conosciuta anche fuori dai confini nazionali. Docente di Diritto Costituzionale dal 2008 all'Università Bicocca di Milano, ha assunto sin dall'inizio della sua carriera accademica uno spiccato profilo internazionale. Ha insegnato e fatto attività di ricerca in diversi atenei in Italia e all'estero, anche negli Stati Uniti. E, come esperto, ha fatto parte di organismi europei, come l'Agenzia dei diritti fondamentali della Ue di Vienna.

Allieva di Valerio Onida, Cartabia si laurea con lui (che poi diventerà presidente della Corte costituzionale) nel 1987, all'Università degli studi di Milano, discutendo una tesi sul Diritto costituzionale europeo.

Alla Corte costituzionale arriva nel 2011: è la terza donna dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle ed è una dei giudici costituzionali più giovani della storia della Consulta. A volerla, a soli 48 anni, è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ne apprezza l'attività di autrice e studiosa particolarmente impegnata sulla tematica dell'integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali, così come nella materia dei diritti fondamentali nella loro universalità. Di lei ha grande stima anche l'attuale capo dello Stato: i due condividono l'esperienza di giudici costituzionali per alcuni anni, in cui sono anche vicini di casa, nella foresteria della Consulta. Anni fatti anche di qualche cena insieme in un ristorante romano, "un po' come studenti fuorisede", come racconterà poi lei stessa in un'intervista.

Alla Consulta è relatrice di importanti sentenze su questioni controverse e che spaccano l'opinione pubblica. Come quella sui vaccini, con la quale la Corte ha stabilito che l'obbligo di farli non è irragionevole, bocciando il ricorso della Regione Veneto. O quella sull'Ilva, che dichiarò incostituzionale il decreto del 2015 che consentiva la prosecuzione dell'attività di impresa degli stabilimenti, nonostante il sequestro disposto dall'autorità giudiziaria dopo l'infortunio mortale di un lavoratore.

Ha sempre conciliato le grandi responsabilità che le sono state attribuite con la famiglia: "Penso che questo duplice aspetto della mia vita mi aiuti a mantenere un pizzico di equilibrio", ha detto in una recente intervista. Ed è riuscita a trovare spazio anche per i suoi tanti hobby. Le piacciono tutte le attività all'aperto, jogging e trekking in testa. E ha una grande passione per la musica. Non solo quella classica, che l'ha resa un'habitué delle prime della Scala. Ma anche quella rock: quando corre con le cuffie nelle orecchie, la carica gliela danno i Beatles e i Metallica.