Attualità

Poveri. Maroni gioca la carta del reddito d'inclusione

Davide Re mercoledì 20 maggio 2015
Le politiche di contrasto alla povertà iniziano a concretizzarsi. Ieri la svolta in Lombardia, dopo una settimana di trattative, durante la quale il governatore Roberto Maroni ha rischiato l’isolamento politico da parte della sua maggioranza. Un vertice del centrodestra ha infatti dato l’ok alla sperimentazione di una forma di reddito di cittadinanza, annunciata, appunto, pochi giorni fa dal presidente leghista della Lombardia che inizialmente aveva raccolto (a parte il Movimento 5 Stelle) solo critiche e prese di distanza. «Si tratta di un piano straordinario contro la povertà e per l’inclusione sociale, integrato dalle politiche attive per il lavoro, destinato ai cittadini italiani residenti in Lombardia almeno da cinque anni», hanno fatto sapere da Palazzo Lombardia. Maroni ha deciso anche di tenere su questo argomento un’informativa in Consiglio regionale il 9 giugno. «Occorre un profilo più lombardo nell’elaborazione di questa misura per evitare sovrapposizione con altri concetti che possono essere politicamente strumentalizzabili – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo (Ncd) –. Maroni ha spiegato la sua idea parlando esplicitamente di Reis». Ovvero del Reddito di inclusione sociale, la proposta elaborata da tempo dall’Alleanza contro la povertà, il cartello formato da Caritas, Acli, Cgil-Cisl-Uil, Forum del Terzo settore e diverse altre associazioni che prevede un sostegno monetario per i poveri assoluti, oltre a servizi per l’inclusione lavorativa e sociale. Lo stesso progetto che sarà al centro oggi di un incontro tra il minisro del Lavoro Giuliano Poletti e i rappresentanti dell’Alleanza contro la povertà. Sul piatto i 2 miliardi di euro annunciati dal premier Renzi per «interventi contro la povertà».