Attualità

Via libera dal Senato. Legge di stabilità, di corsa alla Camera

sabato 20 dicembre 2014
La legge di stabilità imbocca il rettilineo finale. Il governo incassa la fiducia al Senato, al termine di una lunga maratona notturna ricca di polemiche e scontri. Il maxiemendamento alla legge di stabilità ottiene poco prima delle cinque di mattina il via libera con 162 sì e 37 no. "Abbiamo stoppato l'assalto alla diligenza e messo in cantiere la legge elettorale. Indietro non si torna": Matteo Renzi, in contatto tutta la notte con il Senato, esprime soddisfazione con i suoi per "una partita che era davvero difficile perché erano tornati in campo vecchiappetiti e li abbiamo lasciati a bocca asciutta". La manovra, quindi, torna alla Camera per il terzo e l'ultimo passaggio. Si annuncia comunque come un esame lampo: già tra lunedì e martedì è atteso l'ok finale ai documenti di bilancio. Ecco alcuni dei punti salienti della legge: Gli 80 euro La manovra 2015 conferma e rende strutturale il bonus da 80 euro varato dal governo nello scorso aprile. Senza modifiche. L’incremento in busta paga resta destinato ai soli lavoratori dipendenti con un reddito lordo individuale entro in 26 mila euro. Bonus bebé Più attento ai bisogni specifici delle famiglie è il bonus bebé che destina 860 euro annui per tre anni a tutti i nuovi nati (o ai bambini adottati) dal primo gennaio 2015 alla fine del 2017. Il benefico scatta se l’Isee familiare sta entro i 25mila euro annui e raddoppia sotto i 7mila euro. La manovra stanzia poi 45 milioni di euro per buoni di acquisto da 1.000 euro alle mamme con quattro figli e un reddito Isee sotto gli 8.500 euro. Tfr Arriva la possibilità per i dipendenti del settore privato di avere l’anticipazione in busta paga del Tfr. La misura è prevista in via sperimentale dal primo marzo del 2015 al 30 giugno del 2018. Le quote anticipate saranno tassate in modo ordinario e non secondo la più favorevole tassazione separata prevista sul Tfr erogato a fine carriera. Fondi pensione e previdenza complementare Altra misura è l’aumento della tassazione sui Fondi pensione (dall’11 al 20%) la previdenza complementare (dal 20 al 26%). Un aggravio compensato nel passaggio al Senato, con un credito di imposta per le Casse (del 6%) e i Fondi (del 9%) che investiranno sull’economia reale: ma c’è un tetto da 80 milioni complessivi. Meglio assumere a tempo indeterminato Le imprese che assumeranno lavoratori a tempo indeterminato (con il nuovo contratto a tutele crescenti previsto dal jobs act non appena entrerà in vigore) potranno contare nel 2015 sull’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di 36 mesi. Con un limite annuo massimo dell’importo di esonero di 8.060 euro su base annua. Secondo la Cisl con il bonus neo-assunti i rapporti di lavoro stabili diventano per le imprese più convenienti degli altri. Irap Altra misura che vuole ridurre il cuneo fiscale è la deducibilità del costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap. L’aliquota base torna quindi al 3,9% (dal 3,5) con effetti già sul 2014. Per compensare le aziende soggette all’Irap che non hanno dipendenti diretti e non godono quindi degli sgravi sulla componente lavoro è stato introdotto durante il passaggio al Senato un credito d’imposta del 10% dell’imposta regionale sulle attività produttive. Terzo settore Viene potenziato il Fondo nazionale indigenti gestito da Agea, con la collaborazione degli Enti caritativi, con una dotazione 12 milioni di euro. Aumenta invece lla tassazione sugli utili distribuiti da Fondazioni ed Enti non commerciali. Considerato tuttavia il supporto che tali istituzioni danno al mondo del Non profit, è stato introdotto un credito d’imposta pari alla maggiore imposta dovuta per il solo 2014 in applicazione proprio dell’aumento (la quota del 5% su cui applicare il prelievo è stata elevata al 77,44%) introdotto dalla Stabilità. Tale sconto fiscale sarà però spendibile nel limite del 33,33% solo a partire dal 2016. Ecco perché si tratta di una compensazione parziale. Aziende partecipate Primo colpo di scure sulle partecipate: vengono soppresse le società che al 30 settembre 2014 sono composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Regioni, Province e Comuni Per le Regioni confermati i tagli ai trasferimenti per 4 miliardi di euro, con possibili ripercussioni sulla Sanità. Mentre arriva 1 miliardo per allentare il patto di stabilità interno anche a beneficio dei Comuni. Per le Province la stretta sui dipendenti porterà circa 20mila di loro sui 44mila totali, comprese le città metropolitane, a essere ricollocati in altri enti o, in prospettiva, a lasciare pubblica amministrazione, con un percorso graduale senza licenziamenti.