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Governo. La manovra toglie l’Iva su latte e pane. Bonus per gemelli e nuclei numerosi

Nicola Pini sabato 19 novembre 2022

Prezzi in aumento. Pane venduto a Roma

Spunta un mini-pacchetto famiglia, con il rafforzamento dell’assegno unico per i nuclei numerosi e i gemelli. E si ragiona sull’azzeramento dell’Iva su prodotti essenziali come il pane e il latte. Mentre salta il nuovo scudo fiscale sui capitali detenuti all’estero ed è invece confermata la “tregua” sulle cartelle esattoriali. Nel giorno del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, queste le principali novità riguardo alla legge di bilancio, attesa in Consiglio dei ministri a inizio della prossima settimana. Una manovra che dovrebbe muovere circa 30 miliardi tra la quota in deficit (21 miliardi, tutti dedicati all’emergenza bollette e inflazione), qualche riduzione di spesa e, forse, il recupero dei fondi strutturali Ue non spesi (serve l’ok di Bruxelles). Si fa strada anche l’ipotesi di introdurre una tassa sulle consegne a domicilio (alimentari esclusi).

L’ azzeramento dell’Iva (oggi al 4%) dovrebbe riguardare pane, pasta e latte e durare un anno. L’imposta verrebbe tagliata poi al 5% (dal 10) sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile. L’operazione varrebbe circa mezzo miliardo.

Sul tema famiglia sul tavolo ci sono le proposte del nuovo ministro Eugenia Roccella che punta a raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli. Misure che vanno a rafforzare il sostegno alle famiglie in maggiore difficoltà più che rappresentare una spinta alla natalità: ne saranno beneficiarie infatti circa 90mila nuclei (72mila quelle numerose e 18mila con gemelli) con una spesa stimata in 115 milioni circa a fronte dei 15 miliardi circa del costo del sostegno introdotto nel marzo scorso. I fondi aggiuntivi saranno ricavati dall’avanzo di spesa già emerso durante il governo Draghi (630 milioni fino ad agosto) e dirottato su altre poste. In questo ambito si cercano anche fondi per poter rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi, per il sostegno della parità di genere e il rifinanziamento dei centri anti-violenza.

Soldi da spendere, del resto, ce ne sono pochi. Tanto che anche su altri temi “bandiera”, come le pensioni, si profila un intervento molto di al di sotto delle promesse elettorali. La soluzione ponte per evitare il ritorno alle sole regole della legge Fornero sarebbe, per il solo 2023, il passaggio dalla attuale Quota 102 a una Quota 103 che ricomprenda anche i lavoratori con i 41 anni di contributi cari alla Lega e almeno 62 di età. La platea potenziale è di 40-50mila lavoratori. Altre ipotesi sembrano troppo onerose.

Stesso discorso per il cuneo fiscale dove, accantonato il taglio da 5 punti, c’è però da confermare la limatura di due punti sui redditi fino ai 35mila euro già in vigore da gennaio e che da sola vale 3,5 miliardi.

Parte di questi fondi dovrebbero arrivare dai tagli sui sussidi ai poveri: la revisione del Reddito di cittadinanza punta a limitare maggiormente l’accesso a chi, per ora solo sulla carta, è in condizione di lavorare. L’assegno intero verrebbe assicurato solo per 18 mesi e decadrebbe completamente dopo 30. Ma, a meno che l’intervento non sia reatroattivo, il nuovo meccanismo non dovrebbe ridurre forti risparmi già dal primo anno. Mentre nel frattempo si pensa di stringere la normativa e aumentare i controlli per evitare che i percettori possano risiedere all’estero.

Alla voce energia saranno destinati i due terzi delle risorse. Allo studio c'è un «mix di aiuti», ha spiegato il sottosegretario all’Economia Federico Freni, per coprire i primi tre mesi del 2023: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori.

Sulla “tassa piatta” è previsto l'innalzamento della soglia attuale per gli autonomi (da 65mila a 85mila euro), mentre per i dipendenti è in ballo la riduzione della tassazione sui premi di produttività.

In area fiscale si va verso la cancellazione delle cartelle sotto ai mille euro emesse fino al 2015. Si voleva anche dimezzare quelle fino ai 3.000 euro, ma ci sono problemi di copertura e potrebbe restare solo un taglio delle sanzioni. Bloccata invece, almeno per ora, la nuova puntata della voluntary disclosure sui capitali detenuti illegalmente all'estero. Ha prevalso un atteggiamento di cautela su un condono che non riguarda certo la piccola evasione “di necessità”.

Ancora aperto il tema dello sblocco della cessione dei crediti del superbonus, dopo il taglio dal 110 al 90% contentua nel Dl aiuti quater, il cui testo ufficiale non è stato ancora definito. Possibile il rifinanziamento del bonus Tv e decoder.