Attualità

MAFIA E CEMENTO. Calcestruzzo impoverito: 14 arresti tra Sicilia, Lombardia e Abruzzo

martedì 27 aprile 2010
I carabinieri e i finanzieri di Caltanissetta hanno arrestato 14 persone, tra cui esponenti di clan mafiosi siciliani e dipendenti e consulenti della Calcestruzzi Spa di Bergamo, nel nuovo sviluppo di una inchiesta sulle forniture di cemento, partita nel 2006 e che aveva condotto fra l'altro all'amministrazione giudiziaria dell'azienda. Lo riferisce una nota della Guardia di Finanza e dei carabinieri, aggiungendo che gli arresti sono stati eseguito fra Sicilia, Lombardia e Abruzzo.I reati contestati ai boss, secondo il comunicato, sono associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza e minaccia, mentre ai dirigenti della Calcestruzzi viene contestata l'associazione a delinquere e frode in pubbliche forniture.La nota comunica che, secondo gli inquirenti, l'azienda bergamasca, attraverso l'appoggio delle cosche - cui cedeva parte dei maggiori profitti realizzati frodando i clienti fornendo calcestruzzo con minori quantitativi di cemento - aveva assunto il monopolio nella fornitura di calcestruzzo in Sicilia. Non è stato possibile al momento ottenere una dichiarazione dall'azienda, tuttora sotto amministrazione giudiziaria.La Dda di Caltanissetta aveva emesso un avviso di garanzia nel luglio 2006, seguito da un'ordinanza del gip di Caltanissetta che aveva disposto nel gennaio 2008 il sequestro preventivo di tutti i beni della Calcestruzzi Spa, il cui valore complessivo era di circa 600 milioni di euro, e l'arresto dell'allora amministratore delegato Mario Colombini con le ipotesi di reato di truffa, frode in pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni.I quattro della Calcestruzzi Spa, ora agli arresti domiciliari, sono accusati di aver creato e utilizzato un sistema informatico grazie al quale hanno alterato i dati di gestione produttiva del calcestruzzo fornito per appalti pubblici, modificandone quantità e qualità.Le indagini, condotte da carabinieri e finanzieri sotto la direzione della Dda nissena, hanno portato anche al sequestro di sette aziende siciliane operanti nel settore del movimento della terra, per un importo complessivo stimato di 5,5 milioni di euro.