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Senato. Codice antimafia approvato con 129 sì. Ecco cosa prevede

Alessia Guerrieri giovedì 6 luglio 2017

Il presidente dell'Anac durante la presentazione della relazione 2016

Ora dovrà passare alla Camera per il via libera finale. Ma quello di stamattina in Senato è già un bel traguardo, viste le premesse. Palazzo Madama infatti ha approvato la riforma del codice antimafia con 129 sì, 56 no e 30 astenuti. Il testo, varato dopo una lunga battaglia in aula e tra le polemiche, torna alla Camera in terza lettura. Ap ha lasciato libertà di voto: solo 7 i senatori che hanno votato sì, mentre 16 non hanno votato e uno ha votato no. Nel Pd 12 i senatori che non hanno votato. Nel M5s, che aveva annunciato l'astensione, 11 risultano assenti. Vistose assenze nel gruppo Misto, in Ala (7) e in Fi (9) hanno contribuito ad abbassare il quorum.

Ad esprimere soddisfazione il ministro della Giustizia Andrea Orlando, secondo «ci sono le condizioni per portarla fino in fondo». Ed eventuali posizioni diverse e proposte di modifiche saranno valutate «con serenità».

Se il testo verrà di nuovo modificato da Montecitorio, dovrà tornare in quarta lettura al Senato, allungando ancora i tempi e rendendo difficile il via libera definitivo entro fine legislatura.

Resta nel testo la norma più dibattuta, che prevede il sequestro preventivo dei beni di chi è accusato di corruzione e non soltanto per i mafiosi.


Quasi in contemporanea a Montecitorio, il responsabile dell’Anac Raffaele Cantone, ha presentato la relazione dell’attività dell’autorità nel 2016. «Luci ed ombre» sull'istituto del whistleblowing è la prima caratteristica dell’anno appena trascorso, che ha visto però «sul piano numerico si registra una crescita delle segnalazioni: sono state 235 due anni fa, 252 l'anno scorso e già oltre 260 nei primi cinque mesi di quest’anno».

Altra questione importante sottolineata da Cantone è il settore della sanità che «continua a destare particolare preoccupazione: per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite». Oltre il sistema di ospedali ed asl, sono gli appalti a impegnare con maggiore frequenza l’Anac, anche se l’autorità ha precisato di «non essere un organismo che può occuparsi di ogni forma di illegalità» e che non bisogna «assecondare l'idea che gli appalti si possano fare solo con il bollino dell'Anac».


Galantino, sulla corruzione strada ancora lunga

«Sicuramente le cose vanno meglio, sicuramente gli strumenti ci sono, sicuramente c'è un'accoglienza veramente interessante data anche da quello che la Chiesa, il Papa stanno facendo», è il commento a Radio Vaticana del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, a margine della relazione annuale dell'Anac. «La strada da percorrere è ancora lunga, speriamo veramente che con l'aiuto di tutti - ha concluso - perché penso che il tema della corruzione sia un tema di educazione e questa ha bisogno di tanti soggetti che interagiscono».

Cosa prevede

MISURE DI PREVENZIONE
Riguardano chi si associa per commettere reati contro lo Stato come i mafiosi. Si specifica ulteriormente il perimetro dei destinatari a cui possono essere applicate le misure di prevenzione personali e di natura patrimoniale: da un lato a chi è indiziato di favorire la latitanza prestando assistenza agli associati a delinquere e dall'altro a chi è indiziato di associazione a delinquere per compiere alcuni gravi delitti contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari,
concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità.

PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE PIÙ VELOCI
Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione è reso più trasparente, garantito e veloce (trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti, copertura immediata delle vacanze, relazioni periodiche sull'operatività delle sezioni, utilizzo delle videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza). Si introduce la distrettualizzazione delle misure di prevenzione prevedendo sezioni o collegi distrettuali specializzati, mentre il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione. È peraltro meglio definito il coordinamento tra le figure dei proponenti. Ai fini delle indagini patrimoniali tutti i titolari del potere di proposta di prevenzione avranno accesso al SID, al sistema di interscambio flussi dell'Agenzia delle entrate.

SEQUESTRO PIÙ INCISIVO
Il sequestro di partecipazioni sociali 'totalitariè si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (non più l'ufficiale giudiziario). Se il bene immobile è occupato dalle persone colpite dal sequestro, il giudice delegato ne chiede al tribunale lo sgombero, eseguito dal questore. In alcuni limitati casi è però possibile il differimento (quando, ad esempio, necessario per una migliore conservazione del bene o per temporanei contratti di locazione). Si assicura, in altri termini, che gli immobili non siano mai abbandonati e, per quanto possibile e con gradualità, si anticipa la destinazione prevista dopo la confisca.

CONFISCA RAFFORZATA
È stabilito espressamente che non si può giustificare la legittima provenienza dei beni adducendo che il denaro utilizzato per acquistarli è frutto di evasione fiscale. Se il tribunale non dispone la confisca, può nel caso applicare l'amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. È ampliato l'ambito di applicazione di sequestro e confisca per equivalente, mentre la confisca allargata diventa obbligatoria anche per alcuni ecoreati e per l'autoriciclaggio e trova applicazione anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l'ha subita. In caso di revoca della confisca, la restituzione del bene avviene per equivalente se nel frattempo sia stato destinato a finalità di interesse pubblico.

CONTROLLO IMPRESE INFILTRATE
È introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l'attività. Il controllo giudiziario, previsto per un periodo che va da un anno a tre anni, può essere chiesto volontariamente anche dalle imprese che abbiano impugnato l'informazione antimafia interdittiva di cui sono oggetto. Una volta disposto, gli effetti dell'interdittiva restano sospesi.

STRETTA SU AMMINISTRATORI GIUDIZIARI
Dovranno essere scelti tra gli iscritti all'apposito Albo secondo regole di trasparenza che assicurino la rotazione degli incarichi, al ministro della Giustizia spetterà individuare criteri di nomina che tra l'altro tengano conto del numero degli incarichi in corso (comunque non superiori a 3).

STOP INCARICHI PARENTI
Non potranno più assumere l'ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore il coniuge, i parenti e gli affini, i conviventi o i commensali abituali del magistrato che conferisce l'incarico. La norma riguarda anche i dirigenti delle cancellerie. Il governo poi è delegato a disciplinare un regime sistematico di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari vietando di nominare chi abbia rapporti di parentela, affinità, convivenza e comunque assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell'ufficio giudiziario che conferisce l'incarico.

SEGNALAZIONE BANCHE COLLUSE
Si fa più rigorosa la disciplina dei presupposti che consentono alla banca titolare di ipoteca sul bene confiscato di ottenere parte di quanto prestato. Se in corso di verifica alla banca che vanta un credito non è riconosciuta la buona fede, il decreto che rigetta la domanda di ammissione al credito deve essere comunicato alla Banca d'Italia.

RESTYLING AGENZIA BENI CONFISCATI
L'Agenzia nazionale viene ridisegnata spostando il baricentro dal ministero dell'Interno alla presidenza del Consiglio che ne avrà ora la vigilanza. Il direttore, scelto tra specifiche figure professionali, non necessariamente dovrà essere un prefetto, e presiederà il Comitato consultivo di indirizzo, un nuovo organo interno che esprime pareri e presenta proposte. L'Agenzia ha competenza, dopo la conferma della confisca in sede di appello, tanto sui sequestri di prevenzione quanto su quelli penali. Al riguardo, nel ridefinirne i compiti, viene potenziata l'attività di acquisizione dati e valorizzato il ruolo in fase di sequestro con l'obiettivo di consentire un'assegnazione provvisoria dei beni e delle aziende e la funzione di assistenza all'autorità giudiziaria nella gestione del bene fino alla confisca definitiva. L'Agenzia può destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.

CONFISCA ANTICAPORALATO
Contro il caporalato scatta la confisca obbligatoria di ciò che è servito a commettere il reato. La confisca, operativa dopo la condanna definitiva per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, può riguardare anche prezzo o profitto del reato o beni diversi del reo (per equivalente). È consentita anche la confisca allargata. Se il reato è commesso da un dipendente nell'interesse dell'impresa, ne risponde anche la società (sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 quote).

TEMPI STRETTI PER RILANCIO AZIENDE SEQUESTRATE
Entro 3 mesi dalla nomina l'amministratore giudiziario dovrà presentare una relazione che evidenzi le concrete possibilità di prosecuzione dell'attività allegando un piano e censendo creditori e lavoratori impiegati. In mancanza di prospettive,
l'impresa sarà liquidata o cesserà l'attività secondo modalità semplificate.

SOSTEGNO AZIENDE SEQUESTRATE
Le aziende sequestrate per il proseguimento dell'attività potranno contare su un Fondo finanziato da 10 milioni di euro all'anno. Il Fondo si articola in una sezione di garanzia per il credito bancario e in una per il sostegno agli investimenti e all'emersione alla legalità. Il governo è poi delegato a individuare altre misure a sostegno dell'occupazione. Al fine di favorire la continuità produttiva saranno anche istituiti tavoli provinciali permanenti presso la prefettura con i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni datoriali e dei lavoratori ed è previsto il supporto tecnico a titolo gratuito di imprenditori del settore che matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell'azienda.

TERZI PIÙ TUTELATI
Sono garantiti i diritti dei terzi in buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro. L'amministratore giudiziario può essere autorizzato a pagare subito i 'creditori strategici' a beneficio della continuità aziendale. La tutela dei terzi creditori è peraltro disciplinata in modo più funzionale per ciò che riguarda domande di ammissione del credito, tempi di accertamento e udienza di verifica ed eventuale vendita dei beni a confisca definitiva per il pagamento dei creditori ammessi. Nell'elenco dei creditori in vista dell'udienza di verifica va inserito anche chi vanta un diritto di godimento o garanzia. Chi ha un diritto di garanzia sul bene in sequestro può intervenire nel procedimento di prevenzione patrimoniale.