Attualità

Riforma. Schiaffo delle Poste: consegna a giorni alterni

Paolo Viana venerdì 26 giugno 2015
L’Agcom autorizza Poste Italiane a consegnare la posta a giorni alterni a un quarto dei cittadini. Ieri sera l’Autorità per le comunicazioni ha dato il via libera al piano Caio che, grazie alla riduzione del servizio universale di recapito della corrispondenza, potrà limare i costi della società, in vista della privatizzazione prevista per l’autunno. Proprio in autunno partirà la consegna a giorni alterni di lettere e giornali in centinaia di Comuni italiani. Si tratta di una 'rivoluzione' in tre fasi: primo ottobre 2015, primo aprile 2016 e febbraio 2017.  Il consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha concluso così l’istruttoria sulle modalità di recapito presentate dalle Poste: il parere positivo alla consegna a giorni alterni, adottato con il voto contrario del commissario Antonio Preto, contempla anche dei criteri che dovranno essere rispettati per individuare i Comuni interessati dalla misura. L’attuazione del recapito a giorni alterni seguirà uno schema bisettimanale: lunedì, mercoledì, venerdì, e poi martedì, giovedì. La prima fase coinvolgerà una 'ristretta fascia di popolazione' (pari allo 0,6%): il 25% sarà raggiunto solo nella fase conclusiva. Dopo la prima fase, nel caso in cui si verifichino criticità, l’Agcom potrà intervenire «inibendo l’ulteriore prosecuzione del recapito a giorni alterni o stabilendo particolari condizioni volte a salvaguardare la regolarità del servizio o la realizzazione degli obiettivi previsti di contenimento dei costi». Contro la proposta Caio si erano pronunciati in molti, soprattutto nel mondo editoriale e in quello delle autonomie locali. Anche la Commissione europea aveva fatto sapere di essere contraria. In relazione alle proteste formalizzate dalla Fieg e dalla Fisc, l’Agcom ha fatto sapere che chiederà a Poste italiane di «formulare una proposta specifica e migliorativa», specifica per i quotidiani, che sarà trattata nell’ambito di un tavolo con ministero dello Sviluppo economico e Dipartimento per l’editoria di Palazzo Chigi. «Il fatto che il piano Caio sia stato approvato è comunque una pessima notizia – precisa Francesco Zanotti, presidente della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici – e ora tocca alla politica metterci una pezza. Il Governo e il Parlamento sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità: se credono realmente nel diritto all’informazione di tutti i cittadini devono porsi il problema degli strumenti che lo garantiscono».  La decisione dell’Autorità riguarda anche il via libera del nuovo piano tariffario del servizio universale di corrispondenza. I prezzi applicati da Poste Italiane dovranno essere «ragionevoli, trasparenti, non discriminatori e accessibili all’insieme degli utenti». L’Autorità si riserva la «facoltà di rimodulare i prezzi ove riscontri un degrado non occasionale della qualità dei servizi». In virtù del via libera ricevuto, dal primo ottobre 2015, Poste italiane praticherà, per il servizio di posta ordinaria formato standard un prezzo non superiore a 0,95 euro/ invio. Il nuovo servizio sarà caratterizzato da tempi di consegna entro il quarto giorno lavorativo e «assolverà le funzioni di corrispondenza di base, al momento assolte dal servizio di posta prioritaria»; quest’ultimo sarà sostituito da un nuovo servizio, il quale, oltre a garantire la consegna entro il primo giorno lavorativo, comprenderà un servizio accessorio di rendicontazione degli esiti. La nuova posta prioritaria scatterà il primo ottobre 2016. L’Agcom ha anche deliberato i nuovi obiettivi statistici di qualità, che Poste italiane è tenuta a rispettare, e ha ritenuto opportuno rivedere, sottoponendole a consultazione, le regole di accesso alla rete di Poste.