Attualità

Il caso. L’Inps cancella madre e padre

Lucia Bellaspiga giovedì 20 febbraio 2014

"Ma quale articolo di legge è stato applicato? Caro direttore, ho appreso che si sta giustamente polemizzando sulla vi­cenda della modifica dei moduli di iscrizione alla scuola dell’infanzia della voce padre-madre con genitore-genitore. Ma senza polemiche, silenziosamente, il grande Istituto dell’Inps ha già applicato tale teoria. Dovendo com­pilare il modello AP70 per una pratica di in­validità civile, ho rilevato con grande mera­viglia che tali termini sono già stampati per la sottoscrizione, in presenza di minore. E cioè genitore 1-genitore 2. Quale articolo di legge ha applicato l’Inps, peraltro così seve­ro nei confronti di leggi e decreti?"Teresa Aspesi SamarateUna bella domanda, quella posta dalla lettrice Teresa Aspesi. Per rispondere alla quale ci siamo rivolti diretta­mente all’Inps, l’Istituto nazionale di previ­denza sociale, in particolare all’ufficio stam­pa, addetto alle comunicazioni. Il modulo in questione, da compilare per ottenere la con­cessione dell’invalidità civile e delle relative erogazioni, in effetti per i minori recita pro­prio così: genitore (1°) e genitore (2°) . Una scoperta che – va detto – ha lasciato sorpre­si gli stessi (gentilissimi) responsabili del­l’ufficio stampa, che martedì non ne sape­vano niente. E tanto meno sapevano spie­gare quando e perché il modello AP70 fosse stato modificato. Due informazioni non ba­nali, poiché se la dicitura risalisse ad anni fa, quando ancora nessuno avanzava la balza­na pretesa di cancellare dal dizionario le pa­role 'madre' e 'padre' (accusate di omofo­bia) per sostituirle con dei succedanei ases­suati, la cosa non puzzerebbe di bruciato... Ieri la risposta: «Il modulo è stato modifica­to il mese scorso». Nell’Inps ci sono persone addette alla modulistica ed è difficile risali­re a chi lo ha elaborato, ma noi proviamo a insistere: chi può aver deciso di usare una terminologia che nessuna normativa si è so­gnata di accettare e rendere ufficiale, specie in documenti tanto importanti come quelli del nostro Ente di previdenza nazionale. «Il modulo è stato elaborato sotto consiglio dei responsabili del settore invalidità civile».

Mo­tivo? «Nessuna dietrologia ideologica – assi­curano all’Inps – è stato fatto per praticità». Scrivere 'padre' e 'madre' sarebbe cioè po­co pratico? La domanda risulta fastidiosa e resta senza risposta: «Lo guardi e capirà: è stato fatto per praticità». Sarà. Lo abbiamo guardato e ancora quel genitore (1°) e geni­tore (2°) ci è apparso squallido, triste e per nulla pratico, con quelle parentesi e quei nu­meri dietro i quali è così difficile riconosce­re il volto di nostra madre e nostro padre. Ap­prezziamo il sincero tentativo di dare una spiegazione e anche l’imbarazzo di chi ci pro­vava, ma non ne condividiamo l’ottimismo: chi ha cambiato questi moduli non lo ha fat­to «per praticità» e tanto meno «per caso, sen­za particolari motivi», la scelta sembra net­tamente orientata. I vertici Inps certamente non se ne sono accorti, ma adesso potranno tornare alla normalità.