Attualità

Famiglia. No alle registrazioni delle "due mamme": il caso Padova infiamma la politica

Matteo Marcelli mercoledì 21 giugno 2023

La coppia padovana con i figli

La maggioranza tiene la barra dritta sulla maternità surrogata reato universale, ma la rotta della proposta di legge Varchi procede su acque sempre più agitate dopo la richiesta della procura di Padova di annullare la registrazione dei figli di 33 coppie omogenitoriali.

Il testo a prima firma della deputata di Fdi doveva essere votato ieri alla Camera, ma è slittato a causa della fitta agenda di Montecitorio. L’approvazione, quindi, è solo rimandata, ma nel frattempo Palazzo Chigi non ha voluto rinunciare alla difesa del paletto fissato dalla Procura veneta. Se ne è fatto interprete, tra gli altri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, per il quale i magistrati «hanno semplicemente applicato le leggi», senza contare che «in Italia il matrimonio è soltanto tra uomo e donna e i sindaci non sono sopra la legge». Anche il vicepremier leghista Matteo Salvini è intervenuto sulla questione, nella convinzione che «se la magistratura è intervenuta avrà dei motivi di intervenire. Sostengo che l'amore è bello e libero – ha proseguito – ma per quello che mi riguarda i bambini vengono al mondo se ci sono una mamma e un papà. Le Procure non intervengono perché questo o quel ministro o un politico dicono qualcosa, fortunatamente non è così».

Sul tema però la convergenza delle opposizioni (in senso contrario) è totale e all’indomani della direzione nazionale in cui ha ribadito la tutela dei diritti Lgbt tra i punti salienti dell’estate “militante” dem, Elly Schlein ha attaccato a testa bassa: «Sono vicina al sindaco di Padova e alle 33 famiglie colpite da questa decisione. Non si capisce cosa questa destra abbia contro i bambini e perché voglia privarli delle loro famiglie. Ha ragione il sindaco, serve una legge, il Pd ha le sue proposte, le porterà avanti, ma la destra ci dica cos’ha contro questi bambini e queste bambine». Per altro lo stesso primo cittadino di Padova, che quei bambini li aveva registrati nel 2017, è tornato sulla questione rivendicando la sua scelta: «C’è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento italiano dovrebbe legiferare ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini».

Di «violenza istituzionale avallata e autorizzata dal governo» ha parlato invece la deputata dem Stefania Ascari, ravvisando «una ferocia incredibile» in quanto accaduto. E anche Ivan Scalfarotto di Azione-Iv ha puntato il dito contro un «gesto gelido e inumano». Ma la vicenda di Padova travalica i confini nazionali e anche il gruppo Renew Europe al Parlamento Europeo si è detto «sconcertato» dalla decisione e intenzionato a difendere «il pieno riconoscimento reciproco dei diritti delle famiglie arcobaleno in tutti gli Stati membri».

Tornando alla proposta di legge Varchi, va registrata la critica serrata della pentastellata Alessandra Maiorino, per la quale la legge è stata pensata per punire esclusivamente le coppie gay e per «combattere un'idea di famiglia che loro rigettano e vogliono cancellare». Sulla sponda opposta è stato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli a replicare, prima difendendo l’operato dei magistrati («hanno semplicemente rispettato la legge e di sicuro non possono essere ascrivibili a magistrati di centrodestra»), poi accusando duramente gli avversari: «Dai commenti che si leggono da sinistra è evidente che in quell'area stia perdendo la testa, il senso dello Stato, delle sue leggi e del tradizionale rispetto per la magistratura, cercando artatamente di dire che non sarebbero rispettati i diritti dei bambini. Falso. I bimbi sono regolarmente registrati al seguito del genitore biologico e per questo sono depositari di tutti i diritti. Ed è proprio a loro tutela che la legge richiede al secondo genitore di effettuare un percorso di adozione abbreviato, affinché ne sia accertato il legame affettivo. Epilogo delle istituzioni – ha aggiunto provocatoriamente – da Enrico Berlinguer a Elly Schlein».