Attualità

La lettura. Quell'ombra sul fiume... un dramma (un po' thriller) in Nord Irlanda

A.Ma. mercoledì 21 novembre 2018

Maria Elisabetta Ranghetti

Un fotografo naufragato nei suoi rancori, una giovane combattente fuggita oltreoceano per rinascere in un’altra vita, un’artista che non è ancora scesa a patti con il dolore della sua infanzia… Sono tanti i
personaggi che si affacciano dalle pagine del nuovo romanzo di Maria Elisabetta Ranghetti; ma su tutto aleggiano i fantasmi della lunga guerra civile, dura e senza sconti, che ha squassato l’Irlanda del Nord tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta.

Dopo due romanzi ambientati tra Israele e la Palestina, “Oltre il mare di Haifa” e “Corri più che puoi”, ecco che “Un’ombra sul fiume” (Ekt Edikit) trasporta il lettore tra Belfast, Londra, Dublino e New York. Il racconto segue diversi piani temporali e geografici, scelta già percorsa dall'autrice nei precedenti romanzi: è a Belfast nel 1972 che all’indomani del Bloody Sunday, Kitty, una ragazza dei quartieri cattolici, si unisce all’Ira e alla lotta indipendentista. Negli anni Ottanta Kyros, fotografo pieno di talento e di tormenti, lascia Londra per immortalare la Storia che si agita a Belfast, ma verrà travolto dai suoi orrori. Infine nel 2008, a dieci anni dalla fine del conflitto, Eva, artista dublinese in trasferta a Londra, incontra un uomo dal passato oscuro.

Le esistenze di tutti si intrecceranno in modo imprevedibile. Di più non si può dire, tranne che la trama è fitta, piena di colpi di scena fino all’ultima pagina, a metà tra un dramma e un thriller. L’autrice conferma la sua capacità di scrittura e di tenere la tensione in un romanzo che è anche un affresco di una delle pagina più drammatiche e meno ricordate della storia europea recente.