Attualità

Iniziativa. Scuola e libertà di scelta, petizione on line

Enrico Lenzi mercoledì 6 maggio 2015
Garantire alle famiglie la «libertà di scegliere la buona scuola pubblica, paritaria o statale». È lo slogan di una petizione al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Una petizione che sta viaggiando sul sito vwww.citizengo.org, e che in solo due giorni ha già superato quota undicimila adesioni. A promuoverla sono state «mamme e cittadine» - come si definiscono -: Maria Chiara Parola e Felicita Fenaroli. «Ogni scuola pubblica, paritaria o statale, ha la sua identità, espressa dal piano dell’offerta formativa – scrivono nella petizione –. Io genitore devo poter scegliere la migliore scuola per mio figlio/a in una pluralità di offerta formativa. Secondo la Costituzione Italiana e in tutti i Paesi europei (tranne la Grecia e l’Italia) il genitore deve avere questa libertà di scelta educativa». Il tutto senza essere costretto, nel caso della scelta della paritaria, a pagare due volte (la prima con le tasse e la seconda con la retta). Ecco allora che la petizione chiede al governo Renzi tre cose. La prima è che «nel decreto sulla “Buona Scuola” sia sancita la possibilità per le famiglie che scelgono le scuole pubbliche paritarie di detrarre dalle tasse il costo annuo della retta scolastica tout court» e non solo il 19% di un tetto massimo di 400 euro di spese. La seconda che «si determini il costo standard per alunno e si utilizzi quel criterio per finanziare tutte le scuole pubbliche (statali, paritarie e degli Enti locali) per mettere chiunque in condizione di scegliere la migliore scuola pubblica per i propri figli». Terza richiesta: che «lo Stato provveda ad un intelligente piano di valutazione, affinché tutte le scuole pubbliche, paritarie e statali, siano buone scuole».  Nel frattempo per le scuole paritarie è ancora tempo di attesa per i fondi del 2014. Il ministero dell’Istruzione ha dato il via libera all’erogazione dei 192 milioni mancanti alle Regioni che dovranno inserirle nel proprio bilancio e a loro volta erogarle agli istituti paritari. «Un passaggio complesso quanto delicato – spiega Gabriele Toccafondi sottosegretario all’Istruzione –. Il nostro ministero ha fatto la sua parte. Ora tocca alle Regioni completare il passaggio dei soldi, che le paritarie hanno già anticipato da un anno per pagare soprattutto gli stipendi dei docenti». Per fortuna con quest’anno «tutti i fondi della paritaria sono nel capitolo di spesa attribuito al Miur – sottolinea Toccafondi –. Eviteremo questi passaggi». Il via libera del Miur è del 27 aprile e per ora solo poche Regioni hanno provveduto.