Attualità

La Diocesi di Milano alla Regione Lombardia. «Luoghi di culto, no a leggi precipitose»

Lorenzo Rosoli mercoledì 28 gennaio 2015
Sulla carta, la legge approvata martedì 27 gennaio dal Consiglio regionale della Lombardia, s’intitola “Principi per la pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi”. Nel dibattito politico, questo testo capace di ricompattare la maggioranza di centrodestra è stato ribattezzato e bollato come “legge anti-moschee”. Nella realtà, fra dubbi di costituzionalità, contraddizioni interne e nuove complicazioni sulle spalle dei Comuni – che rischiano anche di veder limitata la loro autonomia nei rapporti con i soggetti religiosi – la nuova legge si teme sarà d’intralcio a tutte le comunità religiose che intendono realizzare nuovi luoghi di culto. Così, alle reazioni divergenti del mondo politico e a quelle dell’Anci Lombardia (l’associazione dei Comuni, fortemente critica verso il testo), si aggiungono le osservazioni dei diversi “soggetti religiosi”. A partire dall’arcidiocesi di Milano. Mentre sono rimasti pressoché inascoltati i rilievi dell’Ufficio legislativo della stessa Regione Lombardia, che anche alla vigilia del voto aveva ravvisato molteplici “profili di criticità”. E su punti qualificanti della nuova normativa. La diocesi di Milano: tema delicato, no a leggi precipitose Il giudizio è sospeso in attesa di poter studiare il testo definitivo, “non ancora disponibile”. Ma su questioni così importanti e delicate, si ha il dovere di legiferare “in modo meno frammentario e precipitoso, per non produrre effetti che vadano al di là delle intenzioni di chi li propone”. Lo ha dichiarato ieri, a nome dell’arcidiocesi di Milano, monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale. “Il cambiamento sociale in atto a Milano e in Lombardia richiede un modo nuovo di affrontare – tra gli altri – il tema della realizzazione dei luoghi di culto. Un argomento che coinvolge tutte le confessioni religiose ma – è sotto gli occhi di tutti – riguarda principalmente la religione islamica. Non essendo ancora – al momento – disponibile il testo definitivo della Legge Regionale approvata il 27 gennaio, si rimanda il commento preciso a quando si avrà la possibilità di comprendere le conseguenze effettive che il provvedimento avrà. Resta infatti da capire – sottolinea Bressan – se questa legge è conforme alle disposizioni cui – come ogni atto legislativo – deve sottostare e se sarà in grado o meno di garantire una effettiva libertà di culto nel rispetto di tutte le leggi vigenti. Vista la rilevanza e la delicatezza del tema, occorre giungere alla costruzione di questi strumenti legislativi in modo meno frammentario e precipitoso, per non produrre effetti che vadano aldilà delle intenzioni di chi li propone”. I musulmani: legge incostituzionale, non coniuga libertà e sicurezza Una legge anticostituzionale, che non risponde alla giusta domanda di sicurezza dei cittadini e nel contempo rischia di alimentare l’islamofobia: è l’opinione diffusa fra le organizzazioni islamiche. “Bisogna affrontare più seriamente, con interlocutori qualificati, le reali esigenze dei musulmani e di tutti i credenti in Lombardia per trovare delle coordinate che garantiscano da un lato la libertà religiosa e dall’altro la sicurezza”, è la via suggerita da Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vicepresidente del Coreis (Comunità religiosa islamica italiana), che ha bollato come “incostituzionale” la nuova legge lombarda. Si devono coniugare «rispetto dei diritti e dei doveri», insiste Pallavicini: “Il diritto di libertà religiosa e di sicurezza vanno entrambi salvaguardati ma non possono essere barattati l’uno con l’altro. Mentre dei suoi doveri il cittadino e il religioso deve rispondere davanti a Dio ma anche davanti alle istituzioni”. Gli evangelici: leggge ridicola approvata nel giorno della memoria “Una grave ferita per la democrazia, per la convivenza civile e per la prima delle libertà, quella di religione e di coscienza; ferita resa ancora più amara dal fatto che l’approvazione della legge discriminatoria si sia verificata proprio nel Giorno della Memoria”, martedì 27 gennaio. È la dichiarazione a caldo del pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), all’approvazione della legge. “Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che su questo provvedimento sia pronunciato un giudizio di incostituzionalità”. “Si tratta – aveva dichiarato Aquilante, alla vigilia del voto – di norme platealmente anticostituzionali che minano la libertà di culto, discriminano i cittadini appartenenti alle confessioni religiose diverse dalla cattolica, violano la privacy su una materia delicata e sensibile quale l’appartenenza e la pratica religiosa”. Con queste norme “si rasenta il ridicolo imponendo alle confessioni che intendono aprire un locale di culto di istallare telecamere di sorveglianza collegate con le forze dell’ordine, o di garantire la disponibilità di parcheggi pari al 200% della superficie dell’immobile”. Per Aquilante si tratta solo di una “mossa demagogica” della Regione che “intende cavalcare i sentimenti anti-islamici seguiti agli attentati di Parigi”. Sala: attenti a trasmettere la percezione di un Expo accogliente «Ci muoviamo con molta attenzione per far sì che passi la percezione di un’Expo molto accogliente». Così Giuseppe Sala, commissario unico dell’Expo 2015, che aprirà il 1° maggio a Milano, ha commentato la nuova legge regionale sui luoghi di culto, interpellato dai giornalisti. “Fin dall’inizio abbiamo detto che non avremmo avuto un luogo di culto all’interno del sito, non è nella tradizione delle Expo», ha ricordato Sala. Ma nella previsione di grandi flussi da Paesi islamici, ha ribadito la necessità di muoversi “con molta attenzione” perché “passi la percezione di un’Expo molto accogliente”.