Attualità

Migranti. Le vite abbandonate di chi muore in mare

Ilaria Solaini, inviata a bordo di Mare Jonio domenica 25 novembre 2018

(Mich Seixas / Operazione Mediterranea)

Nelle ultime 24 ore si sono moltiplicati gli avvistamenti nel Mar Mediterraneo, ma anche gli approdi sulle coste italiane di gommoni con profughi a bordo, soltanto a Crotone sono arrivate ieri 79 persone, mentre altri 82 sono stati portati a Lampedusa venerdì, che si aggiungono ai 220 sbarcati autonomamente a Pozzallo, in Sicilia, nella tarda serata di ieri. E poi ci sono i salvataggi non eseguiti nel rispetto del diritto del mare dalla Marina libica e denunciati dalle Ong.

Vicende che hanno riaperto la querelle tra il ministro Salvini e il governo di Malta, accusato di respingere i migranti mentre Salvini rivendica una «linea dura», che però si confronta con i fatti: quasi 400 migranti sbarcati in meno di un giorno. In tutto questo caos che agita il Mediterraneo sono tornate almeno in mare le navi delle Ong Operazione Mediterranea, Open Arms e Sea Watch che soccorrono vite e denunciano le prassi compiute fuori dal diritto internazionale a cui assistono. Con un tweet è stato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps a denunciare e rendere pubblico il caso di una motovedetta libica che ha abbandonato in mare aperto dodici persone rischiando di causarne la morte per annegamento.

A raccontarlo sono stati i pescatori spagnoli del Nuestra Madre de Loreto che li hanno salvati venerdì pomeriggio nelle acque della Sar libica. Il racconto è stato poi riportato dagli uomini del peschereccio spagnolo all'equipaggio della Open Arms, impegnata ieri a fornire loro temporanea assistenza medica e coperte. «I pescatori hanno visto un gommone inseguito da una motovedetta libica – ha confermato il capo missione della Open Arms Riccardo Gatti, tornata in mare in un pattugliamento congiunto a fianco della navi Mare Jonio di Operazione Mediterranea e della tedesca Sea Watch 3 – e prima che i libici potessero avvicinarsi al gommone alcune persone hanno iniziato a buttarsi in mare. Quando l’equipaggio libico ha caricato i restanti migranti sulla motovedetta ha anche bucato il gommone, abbandonando a se stessi e al mare le vite degli altri » salvati poi dal peschereccio iberico.

Sempre di abbandono in mare ha parlato anche il ministro Salvini, anche se i termini sono diversi: «Ci risiamo. Un pattugliatore maltese ha invertito la rotta, abbandonando un gommone con 150/200 immigrati in mezzo al Mediterraneo e in direzione dell’Italia». Va precisato che Malta, pur avendo una estesa area di soccorso, per via di alcuni accordi internazionali non si sente vincolata a portare i migranti sul proprio suolo se questi sono in grado di proseguire la navigazione. Sulla questione dei porti aperti interviene anche il ministro ai Trasporti, Danilo Toninelli: «Sui migranti Malta si gira dall’altra parte, stavolta per una fantomatica avaria. E l’Ue che fa? Sostiene uno dei suoi Paesi fondatori, l’Italia, o fa finta di nulla mentre salviamo vite umane?».

Se quello dal peschereccio era stato il primo allarme giunto alle navi della nuova missione umanitaria congiunta, United4Med, un secondo alert aveva già dal pomeriggio di venerdì spinto la nave Mare Jonio di Operazione Mediterranea a cambiare rotta per tentare di soccorrere in una difficile corsa contro il tempo un gommone in avaria con 120 persone a bordo. Nelle prime ore dell’alba di sabato l’Mrcc di Roma aveva poi confermato alla nave Mar Jonio che un rimorchiatore commerciale libico dalle piattaforme petrolifere era riuscito a salvare le persone a bordo, coordinandosi poi con le motovedette libiche per riportarle tutte in Libia.

Sul caso è intervenuta la Guardia costiera libica che ha negato che vi siano stati annegamenti. Il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem all’Ansa non ha voluto fornire altri dettagli sul salvataggio. Va detto che Mediterranea, in un tweet, aveva sostenuto che «alcune persone sono già annegate», in seguito a un secondo alert di Alarmphone, l’organizzazione a cui si rivolgono i migranti per lanciare gli Sos e che poi dirama le richieste d’aiuto.