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Svolta nel caso di Brescia. Ex vigilessa morta, arrestate le due figlie

Redazione Internet venerdì 24 settembre 2021

Ex vigilessa morta: arrestate due figlie

Svolta nel caso Laura Ziliani, arrestate le due figlie e il fidanzato della maggiore. Questa mattina a Brescia e nella provincia di Bergamo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Brescia, hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, nei confronti di due sorelle di 26 e 19 anni, figlie dell'ex vigilessa, scomparsa da Temù nella mattinata dell’8 maggio 2021, nonché del fidanzato della sorella maggiore.

Le indagini, avviate dai militari della Compagnia di Breno parallelamente alle ricerche, hanno evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell’infortunio o del malore in montagna.

Per queste ragioni, a fine giugno, le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle preliminari risultanze investigative, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.

Le indagini svolte hanno delineato un ampio quadro indiziario a carico degli arrestati. Erano state le due figlie a dare l’allarme quella mattina, verso le 12.00, contattando il 112 e segnalando il mancato rientro della loro mamma, uscita di casa intorno alle ore 07.00 per andare a fare una passeggiata nella frazione di Villa Dalegno. La donna sarebbe dovuta rientrare verso le ore 10.00, per poi andare con le figlie presso la locale discarica a disfarsi di vecchi materassi. Poco dopo la segnalazione della scomparsa, un vasto dispositivo di soccorritori composto da personale dei carabinieri, del soccorso alpino e dei vigili del fuoco, oltre che numerosi volontari, aveva battuto palmo a palmo il luogo della presunta scomparsa, senza rinvenire il corpo dell’impiegata, esperta conoscitrice di quei luoghi.

"Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini". Lo scrive il gip Alessandra Sabatucci nell'ordinanza di custodia cautelare. Secondo gli inquirenti il movente è di natura economica: "I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici".