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LE TRAGEDIE DEL MARE. Lampedusa piange Ma un mese dopo l’emergenza rimane

Alessandra Turrisi lunedì 4 novembre 2013
Fiori sulle tombe di chi è morto in mare per raggiungere la salvezza in Europa. Alberi che porteranno il loro ricordo nel pezzo di paradiso naturalistico davanti al quale si è infranta quella speranza. Si prepara così Lampedusa a celebrare la memoria dei 366 migranti annegati esattamente un mese fa, nel tragico naufragio di fronte alla spiaggia dell’Isola dei Conigli. Un dolore e una commozione che fanno a pugni con lo stato in cui si trovano ancora i sopravvissuti, stipati in un centro d’accoglienza che potrebbe contenere trecento ospiti e ne conta settecento, costretti a dormire in ripari di fortuna a cielo aperto, negli uffici o dentro bus e auto. Lampedusa aspetta che gli impegni assunti a vario livello, a Roma e a Bruxelles, con l’arrivo sull’isola dei massimi esponenti istituzionali, si trasformino in fatti concreti. Per rendere omaggio ai migranti nel giorno della commemorazione dei defunti, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta e il sindaco Giusi Nicolini hanno pregato davanti alle tombe delle vittime nel cimitero dell’isola. Con loro anche il procuratore di Gela Lucia Lotti e l’assessore regionale al Turismo, la bergamasca Michela Stancheris. «Ricordare chi non è ricordato, perché forse non ha nessuno; ma ricordare anche il valore e il diritto alla vita», dice Crocetta. «Vanno trovate soluzioni immediate per il centro di Lampedusa: ieri è piovuto e i migranti hanno trovato ripari di fortuna, nei bus, negli uffici, in qualche auto. È una questione di civiltà, bisogna rendere umano il centro - aggiunge Crocetta -. Basterebbe mettere in emergenza qualche tenda, poi ovviamente ci sono tante altre questioni ancora da affrontare». Il piazzale antistante la struttura, dove i migranti hanno costruito delle capanne, sembra una palude dopo la pioggia torrenziale di venerdì pomeriggio. E oggi Crocetta, assieme al sindaco Giusi Nicolini, si recherà proprio nel centro in contrada Imbriacola per verificare le condizioni dei migranti ospiti della struttura. Poi sarà celebrata la giornata della memoria durante la quale verranno messe a dimora le prima 50 piantine delle 366 previste, tante quante sono state le vittime del naufragio, nella riserva naturale dell’isola dei Conigli, gestita da Legambiente. E saranno accesi altrettanti lumini. «Pianteremo piccoli arbusti – dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – per ricordare i naufraghi del 3 ottobre e tutti gli altri migranti scomparsi in mare, una strage silenziosa dai numeri impressionanti». Sarà questo il Giardino della memoria in una riserva che è «un presidio di bellezza, un modello di gestione ben riuscita di salvaguardia del territorio e rappresenta la maggior attrazione turistica dell’isola - aggiunge il presidente di Legambiente - Per questo abbiamo ritenuto importante creare proprio qui un piccolo bosco, un luogo vivo e destinato a crescere, che rammenti a tutti l’indiscutibile necessità del rispetto dei diritti umani. Lampedusa deve essere una terra d’accoglienza e non di morte. Ci aspettiamo al più presto, dall’Italia e dall’Europa».