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Migranti. A Lampedusa «un'apocalisse». Iniziati i trasferimenti

Fulvio Fulvi mercoledì 13 settembre 2023

Migranti accampati sul molo Favarolo di Lampedusa

Lampedusa è diventata di nuovo, in poche ore, il simbolo del nostro Paese: in migliaia cercano di entrare, ma rischiano di essere respinti. Da una parte c’è l’umanità dolente dei profughi, dall’altra l’impegno delle autorità, che però faticano a contenere gli arrivi. Così si sono scatenate tensioni, al molo Favaloro, mentre nel Mediterraneo si consumano nuove tragedie. All’alba di mercoledì, durante un’operazione di salvataggio da parte della Guardia costiera una neonato di cinque mesi è finita in acqua insieme ad altri migranti ed è annegata. Si chiamava Traore: la suamamma, una ragazza di 17 anni, la teneva stretto tra le braccia e non voleva lasciarla, ma mentre tutti annaspavano cercando di rimanere a galla, nella concitazione generale, la piccola è andato giù, inghiottita dai flutti. È bastato un attimo e quando è riemersa, ancora avvinghiata al seno materno, già non respirava più. L’orrore davanti al porto, dopo l’incubo della traversata.

Oggi per la piccola sull'isola sarà lutto cittadino: «L'intera comunità è attonita per la morte della piccola e interpretando il profondo dolore per quanto successo - ha detto il sindaco Filippo Mannino - invitiamo tutti i concittadini a esprimere la loro partecipazione al lutto sospendendo le loro attività in segno di rispetto». È previsto un momento di raccoglimento in piazza Garibaldi alle 20, subito dopo la Messa, e a seguire una fiaccolata. E sono tanti i lampedusani che in queste ore «si stanno prodigando in qualsiasi modo cercando di assistere ed aiutare tutte le persone che sono arrivate in questi giorni. Desidero ringraziarli di cuore» ha aggiunto il sindaco, che grazie ha voluto dire anche «al parroco e al vescovo che non hanno esitato un attimo - ha aggiunto - a mettere a disposizione i locali della Casa della Fraternità per ospitare donne, bambini e le categorie più vulnerabili».

Una giovane ne ha salvati 4

Nello stesso momento in cui la neonata moriva, l'altra notte, una giovane donna ospite del centro di accoglienza di contrada Imbriacola dava alla luce una bambina. Un lampo di gioia nella disperazione di chi è fuggito da guerre, persecuzioni e miserie. Ed è anche accaduto, martedì pomeriggio, che una giovane in vacanza a Lampedusa, Francesca Matina, palermitana di 31 anni, abbia salvato quattro migranti naufragati da un’imbarcazione con a bordo 48 persone che si è schiantato sulla scogliera della Tabaccaia: la giovane si è tuffata dal motoscafo dove si trovava con gli zii e un amico, e ha portato in salvo uno per uno i malcapitati che gridavano “aiuto”. Un gesto eroico. Poi, anche gli altri profughi sono stati recuperati dalle guardie costiere.

L’hotspot non basta più

La situazione intanto resta drammatica: da ieri sera sono iniziati trasferimenti massicci dall'isola, ma il flusso degli sbarchi sembra inarrestabile. Mercoledì mattina i migranti presenti sull’isola erano 6.792, dislocati, oltre che nell’hotspot, dove sono ammassati oltre l’inverosimile (dieci volte sopra la capienza per cui è attrezzato), anche in vari punti del porto, soprattutto sui moli: ieri i migranti, stanchi ed esasperati per la lunga attesa di una “sistemazione” hanno protestato vivacemente e ci sono stati momenti di forte tensione per tutta la giornata, con tafferugli e interventi delle forze dell’ordine per placare gli animi. Disordini e attimi di panico anche nel centro di accoglienza per la distribuzione dei pasti: diverse centinaia di migranti si sono accalcati per arrivare prima ai sacchetti con il cibo e le bottigliette d’acqua. Oltre 1.600 gli arrivi dalla mezzanotte di martedì. Tante le famiglie con minori.

«Nell’isola ormai tutto è provvisorio – sostiene il parroco don Carmelo Rizzo –, per i nuovi arrivati non c’è nemmeno dove poggiare un letto o la possibilità di andare in bagno: è davvero un’apocalisse». «L’impatto sulla popolazione c’è eccome – conclude –, fino a 1.000 arrivi al giorno si riusciva a gestirli sia pure con fatica ma ora il molo è allo stremo: come la tieni la gente, la polizia inizia a dover usare i manganelli e i migranti si riversano in paese, bisogna svuotare l’hotspot subito».

Sull’ennesima emergenza a Lampedusa, la Croce Rossa Italiana, tramite la responsabile migrazioni, Francesca Basile, sostiene invece che «la gestione dell’accoglienza sta reggendo» ed è «concentrata in particolare sui più fragili, ma è evidente che deve continuare a funzionare in queste ore il processo dei trasferimenti, che ha consentito di mantenere la situazione sotto controllo. È importante però – precisa la rappresentante della Cri – anche sotto il profilo umanitario che l’hotspot non vada oltre una soglia critica di presenze».

I “veti” di Berlino e Parigi

Intanto, non mancano gli strascichi e le reazioni sulle mosse di Germania e Francia: il governo tedesco ha infatti deciso di sospendere i ricollocamenti dei richiedenti asilo dall’Italia (nell’ultimo anno Berlino ha accolto 1.042 profughi sui 124 mila arrivati sulle coste italiane) mentre l’esecutivo di Parigi ha dichiarato che rafforzerà i controlli, e quindi i respingimenti, ai confini con il nostro Paese, almeno finché non tornerà a rispettare il regolamento di Dublino che impone una valutazione delle domande di protezione internazionale da parte delle autorità dei Paesi di primo ingresso tenuti a riprendersi i migranti in seguito entrati in altri Stati dell’Unione Europea. «Ma l’immigrazione è un problema europeo e deve essere risolto con la partecipazione di tutti i Paesi» ha affermato il vicepremier e ministro degli esteri, Antonio Tajani. Ma nel frattempo il governo tedesco ha attenuato una posizione che all’inizio sembrava intransigente: «Accoglieremo ancora migranti se si torna al regolamento di Dublino».