Attualità

Sbarchi a Lampedusa. Ragazza incinta aiutata da mediatore

mercoledì 19 marzo 2014
Tentava di spiegare ai soccorritori che aveva bisogno di aiuto. Ma solo grazie all'impiego di un mediatore culturale conoscitore della lingua aramaica, una giovane donna migrante sbarcata a Lampedusa, incinta di 25 settimane, è stata assistita d'urgenza dall'esercito. Durante lo sbarco sull'isola, infatti i soccorritori del pronto soccorso hanno notato la donna incinta che si sforzava di comunicare. Tra il personale dell'Esercito impiegato sul posto per garantire una cornice di sicurezza era presente anche il Caporal maggiore scelto, Behabtu Robel, che, avvicinatosi alla signora, ha compreso che stava parlando in aramaico. Il graduato si è rilevato così fondamentale per il soccorso e le prime cure alla donna per il controllo della gravidanza. I mediatori culturali dell'Esercito sono impiegati a Lampedusa nell'ambito dell'operazione "Strade Sicure" in atto dall'agosto del 2008. Intanto continuano senza sosta gli arrivi sulle coste della Sicilia, Lampedusa compresa. Sono circa 4000, forse più, gli arrivi degli ultimi giorni. Lo ha spiegato Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim Italia. "Si tratta di barconi tutti provenienti dalla Libia. E altre 10 imbarcazioni sono state avvistate da poco. È la prima volta che assistiamo a un'ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore". Questi numeri, secondo l'Oim, confermano la necessità di prorogare l'operazione Mare Nostrum. "Rispetto ai primi tre mesi del 2013, quando furono registrati circa 500 arrivi, quest'anno il numero di sbarchi - continua il portavoce dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in Italia - si era già moltiplicato: nel 2014 sono infatti state 5.475 le persone giunte via mare in Italia, escludendo gli arrivi di questi giorni. Dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum nell'ottobre 2013, 10.134 sono stati salvati dalla Marina Militare Italiana". "Questi numeri sono destinati ad aumentare - conclude Di Giacomo - considerata la situazione di instabilità politica della Libia e confermano la necessità di prorogare l'operazione Mare Nostrum. L'Unione Europea dovrebbe riconoscere il ruolo importante del salvataggio in mare e valutare seriamente e urgentemente altre forme di protezione dei migranti in paesi di transito e comunque lungo le rotte della disperazione".