Attualità

LA STORIA. La triste storia di una grande incompiuta

Valeria Chianese venerdì 12 aprile 2013
Tra passato gravoso, benché laborioso, e futuro non riuscito: Bagnoli vive così da secoli. Il primo insediamento industriale risale al 1853, quando sulla spiaggia sorge la Vetreria Lefevre cui si aggiunsero altri stabilimenti. La costruzione dell’impianto siderurgico della società Ilva inizia nel 1905 su una superficie di 120 ettari e fu inaugurato il 19 giugno 1910. Lo sviluppo industriale proseguirà nei decenni, dando lavoro a migliaia di operai: nel 1954 viene costruito a sud dell’Ilva l’altoforno della Cementir; nel 1962 le necessità di ampliamento dello stabilimento portano alla costruzione di un riempimento a mare (colmata) e di un lungo pontile (il “Pontile nord”) per lo scarico delle navi pesanti. Nel 1964 lo stabilimento Ilva cambia la denominazione in Italsider. Il primo calo di produzione dell’Italsider avviene nel 1969. L’anno successivo entra in crisi lo stabilimento Eternit. Nel 1972 il nuovo Piano regolatore approvato dal Comune di Napoli ritiene necessario impedire un ulteriore allargamento dell’area industriale e prevede una sua graduale trasformazione: il 30% dell’area sarebbe stato destinato ad attrezzature pubbliche e verde, mentre il restante 70% ad attività di tipo manufatturiero e a industrie ad alta tecnologia e basso impatto ambientale. Nel 1976 il Consiglio comunale approverà una variante al Piano del 1972 per consentire la trasformazione e la de-industrializzazione dell’area di Bagnoli. Nel 1985 lo stabilimento Eternit, già in crisi dal 1970, è costretto alla chiusura. L’Italsider chiude poco dopo il suo altoforno. La Cementir è costretta a riconvertire la sua produzione. Nel 1991 la Federconsorzi è posta in liquidazione. L’impianto propriamente Italsider chiuderà ufficialmente nel 1992.Una prima bonifica dell’area avviene dopo la chiusura degli impianti Eternit e si limita alla sola area dell’ex stabilimento. L’inizio della dismissione e della bonifica, nel 1994, viene stabilita da una delibera del Cipe, che finanzia l’operazione per un totale di quasi 400 miliardi di lire. Nel 1996 nasce la Società Bagnoli S.p.a. per l’attuazione dei lavori. Nel 1998 il sito di Bagnoli-Coroglio viene inserito nell’elenco dei siti di interesse nazionale de bonificare. La Bagnoli S.p.a. comincia le operazioni di bonifica attraverso una serie di sondaggi geognostici tra il 1997 e l’anno successivo, con carotaggi, campionamenti dei sottosuoli e delle acque, indagini geofisiche. Il 16 maggio 2005 è approvato il Piano urbanistico esecutivo che divide l’area di trasformazione in 9 aree tematiche, tra cui il Parco urbano e spiaggia - circa 120 ettari, con la conservazione di 16 fra più significativi edifici dell’impianto siderurgico e il loro riutilizzo, il recupero della spiaggia per circa 33 ettari, la Fondazione Idis Città della Scienza, il porto canale come approdo turistico; il nuovo borgo marinaro, caratterizzato da alberghi, residenze di alto prestigio, un sistema congressuale ed impianti sportivi e di svago a servizio dell’area; strutture per la ricerca; conservazione degli abitati già presenti; Parco dello Sport. Con il provvedimento di sequestro delle aree, il collegio dei gip ieri ha disposto «un dettagliato piano di interventi finalizzato a un’adeguata bonifica e messa in sicurezza» delle aree sequestrate. In primo luogo per l’area dell’ex Italsider occorre «un nuovo progetto di bonifica e/o messa in sicurezza permanente che rispetti la destinazione urbanistica come prevista dagli attuali strumenti urbanistici». Tali interventi dovranno essere ultimati in un arco di tempo tra «i sei e i dodici mesi».