Attualità

INTERVISTA. La psicologa: «Ma c’è chi si rovina nello spazio di un’ora»

Viviana Daloiso sabato 30 giugno 2012
​Velocità del meccanismo, vincite intermittenti e imprevedibili. Coi Gratta & vinci (ma non solo) lo Stato si aggiudica la fidelizzazione dei giocatori utilizzando un meccanismo psicologico tanto noto agli esperti quanto agghiacciante: «È quello della scuola comportamentista americana – spiega Daniela Capitanucci, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell’Associazione Azzardo e nuove dipendenze (And), da anni impegnata nella cura dei pazienti con patologie da azzardo –, con cui si condizionava l’apprendimento di un comportamento nei topolini-cavia». Se questi ultimi con la zampetta schiacciavano una leva e ottenevano ogni volta un premio, oppure nessuno, non ripetevano il gesto. Ma se quel premio lo ottenevano imprevedibilmente, allora il gioco della coazione a ripetere era fatto.Giocatori come topolini da laboratorio, che brutta immagine...Eppure le cose stanno così. Il “prodotto” Gratta & vinci, d’altronde, deve essere venduto e nel marketing, si sa, il fine giustifica i mezzi. Specie se non esistono leggi che regolamentino quali mezzi si possono utilizzare e quali no.Una constatazione sconfortante per chi come lei ogni giorno si misura con decine di casi patologici legati al gioco.Sembra incredibile, perché il Gratta & vinci è tra i giochi d’azzardo più popolari nle nostro Paese e all’apparenza sembra del tutto innocuo, eppure ci sono persone che si sono rovinate così, a furia di comprare pacchi da cento, in certi casi anche più biglietti alla volta. Significa spendere anche 20mila o 30mila per un’ora di “grattate”, se si comprano i biglietti più costosi, che poi sono quelli che offrono premi più alti. Il metodo del “grattare” d’altronde è immediato e divertente, non richiede alcuna abilità o conoscenza. Non a caso se le vittime del sistema delle lotterie istantanee sono soprattutto anziani, adolescenti e persone semplici, con un livello culturale basso.Comprare abitualmente Gratta & vinci e rigiocarli, se si vince, significa essere malati? Quando dobbiamo preoccuparci?Ci sono meccanismi psicologici propri di tutti: un buon esempio è la “quasi vincita”, cioè il fatto che se esce il 30 o il 32 e noi abbiamo puntato sul 31 pensiamo di esserci «andati vicini». Irrazionalmente, lo pensiamo, ma la logica ci dice che è assurdo. Al malato di azzardo manca questa logica, è travolto dal gesto del ripetere la giocata, dalla smania di vincere qualcosa. I Gratta & vinci, purtroppo, rispondono bene a queste esigenze.