Attualità

L'analisi. La «palude giustizia», un'insidia per Renzi

Danilo Paolini giovedì 5 marzo 2015
La giustizia, ancora lei. Matteo Renzi, volato in Ucraina e Russia per accreditarsi definitivamente come leader di caratura internazionale, tornando troverà la sua maggioranza impigliata nella ragnatela della riforma della prescrizione e del disegno di legge anti-corruzione. E la coincidenza – ma sarà davvero tale? – tra il nuovo slittamento di quest’ultimo e la netta dissociazione di Area Popolare (Ncd-Udc) dall’aumento dei tempi di decadenza dei reati contro la pubblica amministrazione suona come un serio campanello d’allarme per Palazzo Chigi. Insomma, non bastavano le resistenze vetero-stataliste sulla parità scolastica che il segretario del Pd incontra ancora in una porzione del suo partito. Renzi rischia di ritrovarsi impantanato nella solita palude politico- giudiziaria che si è sedimentata in un ventennio di scontri furibondi. E se si pensa a quanto si è dato da fare per scrostare dalla facciata di Largo del Nazareno l’ombra del giustizialismo e l’etichetta di 'partito dei giudici', c’è da scommettere che non ha gradito le notizie provenienti da Roma.  Il ministro Boschi assicura che la maggioranza «ha già individuato un’ipotesi di accordo» sulla prescrizione. Ma è un fatto che ieri Ap ha votato contro il testo (insieme ai vecchi alleati di Forza Italia e al M5S), Pd e Scelta Civica (con Sel) a favore. Così come è un fatto la determinazione del ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla necessità di prevedere una prescrizione «specifica» per i reati di corruzione e affini. In realtà, il combinato disposto del nuovo meccanismo di calcolo e dell’aumento dei tempi rischia di rendere la prescrizione un mera ipotesi di scuola, non più una garanzia per l’imputato. Dal punto di vista politico, poi, il pericolo è che Alfano e i suoi leggano questa svolta rigorista come una sorta di 'compensazione' per l’approvazione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Al suo ritorno, Renzi dovrà fare gli straordinari per convincerli del contrario.