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Salute. La gastroscopia “in pillola”: anteprima mondiale al Gemelli di Roma

Vito Salinaro giovedì 25 maggio 2023

Il professor Spada del Gemelli mostra due videocapsule

Una svolta nella diagnostica dei tumori (e non solo). La gastroscopia, strumento affidabile e necessario per scovare le lesioni anche allo stadio iniziale, potrà essere eseguita senza il tradizionale (e fastidioso) tubo che dall’esofago raggiunge anche gli angoli più remoti dello stomaco: fondo, cardias, piloro, corpo dello stomaco, antro, duodeno. Basterà infatti ingerire una video-capsula, chiamata NaviCam Stomach System, nata a Wuhan, nella “Silicon Valley cinese”, e grande quanto una compressa di paracetamolo (dalla lunghezza di 27 millimetri e dal peso di 5 grammi). La prima “gastroscopia senza tubo del mondo”, realizzata dall’azienda Ankon, grazie alla quale non dovrà essere più eseguita la sedazione del paziente, è stata utilizzata, per la prima volta al di fuori della Cina, nel corso del Congresso “EndoLive” (24-26 maggio) ospitato nell’Auditorium dell’Università Cattolica - Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, davanti a 700 specialisti in endoscopia e a molti altri collegati da ogni angolo del pianeta.

«La videocapsula è utilizzata da anni per lo studio dell’intestino tenue – spiega Cristiano Spada, direttore dell’Endoscopia digestiva chirurgica del Gemelli e ordinario di Gastroenterologia in Cattolica, che ha organizzato l’evento romano assieme a Guido Costamagna, direttore scientifico dello European Endoscopy Training Centre e dell’Endolive Roma -. Finora però non era stato possibile applicare questa tecnologia allo stomaco per questioni anatomiche; l’intestino tenue è infatti un “tubo” del diametro di appena 3 cm, all’interno del quale la videocapsula progredisce naturalmente; al contrario, lo stomaco assomiglia più a un “sacco” e per visualizzarlo con una videocapsula è necessario seguirne da fuori il movimento». La videocapsula, informa il Gemelli, è «robotizzata» e si muove in autonomia nello stomaco, come un aereo controllato da un pilota automatico ma la consolle di controllo è dotata di uno speciale joystick che consente di riprendere i comandi in qualsiasi momento, guidandone il movimento dall’esterno con un sistema magnetico. La nuova videocapsula, inoltre, «informa in tempo reale della sua posizione, come in un Google maps dello stomaco».

Nei test effettuati su oltre un milione di immagini provenienti da 800 pazienti, NaviCam è riuscita a individuare e analizzare lesioni anche molto piccole con grande accuratezza. La capsula, aggiunge il Gemelli, viene inghiottita dal paziente con un bicchiere d’acqua e la sua minuscola telecamera comincia subito a inviare informazioni, dall’esofago in giù; le immagini vengono catturate da un registratore che il paziente indossa sopra i vestiti, mentre il percorso può essere seguito durante l’esame e dopo la procedura (fino alla sua eliminazione per via naturale visto che la capsula è “usa e getta”) grazie a un localizzatore che ne rileva la presenza.

«È una tecnologia molto avanzata – evidenzia Spada - il cui software, innovativo e intelligente, analizza e riconosce le lesioni attraverso algoritmi di intelligenza artificiale». Al momento l’esame non viene rimborsato dal Servizio sanitario nazionale (mentre è in corso l’iter autorizzativo negli Usa). Ma «a breve - osserva Costamagna - partiranno studi clinici per confermare l’accuratezza e valutare il rapporto di costo-efficacia del sistema. Alla luce del fatto che gli esami endoscopici sono indispensabili e contribuiscono a salvare molte vite grazie alla diagnosi precoce dei tumori, sarà necessario rivedere il ruolo e la sostenibilità economica di queste procedure in un contesto di risorse limitate, includendo anche evoluzioni dal potenziale trasformativo come questa videocapsula».