Attualità

Uccisa da un albero caduto. In centinaia per l’ultimo abbraccio di Como a Chiara

Enrica Lattanzi, Como giovedì 27 luglio 2023

Insieme per l'ultimo saluto a Chiara

La chiesa, il sagrato e la strada antistante la parrocchiale di Tavernola, a Como, quasi non sono bastati a contenere le centinaia di persone giunte ieri pomeriggio per l’ultimo saluto a Chiara Rossetti, la sedicenne che ha perso la vita martedì scorso, colpita da un albero abbattuto da una tempesta di vento e pioggia, arrivata con una violenza che nessuno aveva previsto. Stava dormendo con altre 8 compagne di “squadriglia” nella tenda allestita per il campo scout estivo dei reparti del gruppo Como Terzo, a Corteno Golgi, in provincia di Brescia.

La bara è entrata in chiesa avvolta da un silenzio gonfio di commozione: con Chiara, la piccola di casa, c’erano mamma Rita, che stringeva forte un piccolo peluche, papà Leonardo, la sorella Cecilia, il fratello Francesco e tanti familiari.

Il volto «grande e sorridente di Chiara», come lo ha descritto il parroco, don Roberto Bartesaghi, guardava tutti dalla cornice circondata dai fiori colorati. Chiara era «come il ragazzo» del brano di Vangelo, proclamato dall’assistente di Agesci Lombardia, padre Alberto Casella: «Sui suoi “cinque pani e cinque pesci” sapevi di poter contare sempre – ha detto don Bartesaghi –. Sempre e subito. Perché era generosa. Tanto. Perché voleva bene a tutti, senza se e senza ma».

Una caratteristica della giovane Chiara tratteggiata dalle tante testimonianze portate dai suoi amici, quelli dell’oratorio e quelli della realtà scout: erano presenti i gruppi di Como, di Lecco, di Sondrio e una rappresentanza da Verona, in memoria dell’incidente che, 24 anni fa, spezzò la vita di tre giovanissime in un incidente in Val Febbraro (in Valchiavenna, provincia di Sondrio).

Il vicario generale della diocesi, monsignor Ivan Salvadori, ha letto il messaggio di cordoglio inviato dal vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni: «Abbiamo versato tante lacrime in questi giorni. Sono lacrime di viva commozione e non di disperazione. Noi crediamo, infatti, che esse non sono vane perché il Signore non le disprezza, anzi le raccoglie tutte insieme, come un tesoro prezioso».

Questa celebrazione, ha evidenziato il porporato, «le impreziosisce e le trasforma in gioia perché il Signore accoglie nelle sue braccia la nostra piccola sorella Chiara, che entra nella comunione dei santi e sperimenta la vita che mai più si consuma». Ma sono anche lacrime di «consolazione, perché Chiara vede realizzarsi le promesse di Dio a cui ella ha aderito attraverso il cammino di fede che la comunità cristiana le ha proposto in questi anni».