Attualità

REGGIO EMILIA. Ingaggia due killer per uccidere il padre

Paolo Pergolizzi martedì 23 marzo 2010
È finita in manette con l’accusa di aver assoldato due sicari per uccidere il padre. Lui, Rodolfo Moretti, un facchino 42enne, pensava che la figlia fosse negli Stati Uniti, dato che le aveva appena dato 5mila euro per un viaggio negli States. Non sapeva che, in realtà, quei soldi costituivano un acconto per la sua esecuzione. La 19enne Ilenia Moretti, secondo gli inquirenti, non aveva alcuna intenzione di visitare la Grande Mela e invece di salire su un aereo, con destinazione New York, avrebbe consegnato la somma a un killer, un nordafricano, che poi non ha dato seguito ai propositi omicidi della ragazza e ha denunciato la giovane ai carabinieri. Ma se il secondo sicario ha avuto pietà della vittima, altrettanto non è avvenuto con il primo candidato killer che, ai primi di gennaio, era stato contattato da un amico della giovane, il 26enne Davide Giorgi. Il suzzarese (Mantova) avrebbe assoldato un 22enne del suo paese, Alex Granata, che l’8 gennaio scorso ha accoltellato il padre della giovane, per fortuna senza gravi conseguenze. La storia matura fra le nebbie di Luzzara, un paesone della Bassa reggiana che si affaccia sul Po. c Ad indurre Ilenia a progettare l’omicidio del padre, sarebbe stata infatti, secondo gli inquirenti e per ammissione della stessa giovane, la volontà di mettere fine alla condizione di assoggettamento che sarebbe stata vissuta da lei e dalla madre (che è stata indagata pure lei). La ragazza, per mettere fine a questa situazione, avrebbe contattato Davide Giorgi, che, a sua volta, avrebbe assoldato Alex Granata. E così, l’8 gennaio scorso, il 22enne suzzarese raggiunge Luzzara in bicicletta e aspetta sotto casa Rodolfo Moretti con in tasca un coltello da macellaio e uno a serramanico. Verso l’una e mezza di notte, gli si avventa contro mentre il 42enne sta per andare a lavorare in un mulino come facchino. Il giovane lo accoltella a una spalla. Ma non ha fatto i conti con il fatto che il facchino è un esperto di karate e sa come reagire ai suoi fendenti. E così, dopo una breve colluttazione, Alex Granata si trova a dover implorare la sua vittima di non ucciderlo. Il giovane disse ai carabinieri, allora, di aver accoltellato il facchino «perché gli stava antipatico». Patteggiò 5 mesi per lesioni e rimase agli arresti domiciliari. La cosa sembrava finita lì. E invece, quello che sembrava un semplice diverbio, in realtà nascondeva ben altro. La figlia, Ilenia, non paga, avrebbe progettato un secondo omicidio ingaggiando, questa volta, un nordafricano con il benestare, a quanto sostengono gli investigatori, della madre, che risulta indagata.Questa volta, però, l’aspirante killer, una volta presi i soldi, non solo non esegue il mandato, ma si rivolge ai carabinieri che mettono subito in correlazione i due episodi. Il procuratore capo facente funzioni della procura di Reggio Emilia, Isabella Chiesi, e il pm Valentina Salvi, titolari dell’inchiesta, emettono a carico di Ilenia Moretti e di Davide Giorgi (che l’avrebbe aiutata ad individuare il primo sicario e a dare a quest’ultimo alcune istruzioni operative) un provvedimento di fermo per concorso in tentato omicidio. E così i militari, sabato scorso, entrano a casa della giovane e arrestano i due che, in quel momento, si trovano in una casa vicina a quella dove la figlia vive con la madre. Al termine di un interrogatorio la figlia avrebbe ammesso che l’intenzione di uccidere il padre sarebbe stata motivata proprio dalla volontà di mettere fine alla situazione che si era creata in casa.