Attualità

Ocse. Italia, 15enni ansiosi e sempre connessi

Paolo Ferrario giovedì 20 aprile 2017

Troppo studio genera ansia, ma anche un uso smodato di Internet non favorisce la salute e l’apprendimento. Sono i due principali segnali d’allarme lanciati dall’Ocse nei confronti della popolazione italiana quindicenne, di cui l’ultima rilevazione Pisa, resa nota ieri, indaga lo stato di benessere personale, familiare e scolastico. «Gli studenti italiani – si legge nel rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa 35 Paesi industrializzati – hanno riportato livelli di ansia scolastica più elevati della media». Il 56%, infatti, diventa nervoso quando si prepara per un test (media Ocse 37%), il 70%, anche se preparato, è molto in ansia quando deve affrontare una valutazione (media Ocse 56%), l’85% è molto preoccupato di prendere brutti voti (media Ocse 66%). «L’ansia scolastica – sottolineano i ricercatori dell’Ocse – è uno dei maggiori fattori associati a una scarsa soddisfazione con la vita. In Italia – aggiungono – l’ansia scolastica è più frequente nelle scuole i cui studenti studiano per oltre 50 ore la settimana (a scuola e fuori scuola)».

E se consideriamo che, sempre secondo l’Ocse, gli studenti italiani sono tra quelli che passano più ore sui libri alla settimana (circa nove, rispetto a una media di 4,5), soltanto per svolgere i compiti a casa, è facile prevedere che alti livelli di ansia scolastica siano diffusi abbastanza uniformemente sul territorio nazionale. Un secondo dato di preoccupazione, evidenziato dal report presentato ieri, riguarda il tempo che i ragazzi trascorrono collegati a Internet: 165 minuti al giorno in media, durante la settimana e 169 minuti nel week end.

La media Ocse è, rispettivamente, di 146 minuti e 184 minuti. Inoltre, quasi un quindicenne su quattro (il 23%), dichiara di usare Internet per oltre sei ore al giorno, fuori dalla scuola, in un normale giorno della settimana. Si tratta, spiegano gli analisti Ocse, di «consumatori estremi ». E ancora: il 47% degli studenti dichiara di «sentirsi proprio male» se si trova in un posto dove non c’è connessione alla Rete. Almeno in questo, siamo sotto la media Ocse, che si attesta intorno a un più che preoccupante 54% di studenti di 15 anni che non sta bene se non è in grado di connettersi. «I consumatori estremi di Internet, in Italia come in altri paesi – ricordano dall’Ocse – hanno tendenzialmente peggiori risultati a scuola, maggiori probabilità di saltare le lezioni o arrivare in ritardo e minori probabilità di pensare di conseguire una laurea o un diploma universitario ». Le cattive abitudini dei quindicenni italiani, che come si è visto generano ansia e non favoriscono l’apprendimento, hanno ormai influenzato anche i loro coetanei figli di famiglie immigrate. La ricerca, infatti, rileva che l’integrazione in classe è ancora un risultato non completamente conseguito.

Riguardo all’affermazione «Mi sembra di piacere agli altri studenti», mentre il 77% degli italiani (contro l’83% della media Ocse) si dice «d’accordo» o «molto d’accordo», la percentuale crolla al 69% (rispetto a una media Ocse del 79%), se la stessa domanda è rivolta a studenti immigrati di prima generazione (non nati in Italia). Anche tra gli studenti immigrati di seconda generazione (nati in Italia, da genitori non nati nel nostro Paese) solo il 71% ritiene di piacere agli altri compagni (media Ocse 83%). In ogni caso, l’83% degli studenti italiani (media Ocse 78%), è d’accordo con l’affermazione: «A scuola faccio amicizia facilmente».

Un altro dato positivo riguarda il fatto che, in Italia più che negli altri Paesi, i ragazzi possono sempre contare sul sostegno e il concreto aiuto dei genitori e della famiglia in generale. Il 96% dei 15enni intervistati (media Ocse 94%), risponde che i genitori sono attivamente interessati alle attività scolastiche dei figli. L’89% (media Ocse 91%), incontra il sostegno di mamma e papà quando deve affrontare un problema a scuola. «Gli studenti con genitori interessati alle loro attività scolastiche – ricorda l’Ocse – hanno un rischio più di tre volte inferiore di essere insoddisfatti nella vita rispetto agli studenti con genitori disinteressati ».

Sotto questo aspetto, i quindicenni italiani hanno riportato, in media, un livello di 6.9 su una scala di dieci, per quanto riguarda il grado di soddisfazione rispetto alla propria vita (media Ocse 7,3). Soltanto il 12%, in linea con la media Ocse, ha riferito di un livello di soddisfazione pari o inferiore a 4. «In Italia – si legge ancora nel rapporto Ocse – le scuole i cui studenti si ritengono maggiormente soddisfatti della vita sono caratterizzate da un buon clima e da una forte percezione, da parte degli studenti, che gli insegnanti delle materie scientifiche si interessano all’apprendimento di ciascun ragazzo e aiutano gli studenti nell’apprendimento».