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Demografia. Crollo della natalità nel 2017: 15mila nati in meno del 2016

mercoledì 28 novembre 2018

Ansa

In Italia nascono sempre meno bambini. Nel 2017 sono oltre 15mila in meno le nascite rispetto al 2016, meno 45mila nell'arco di tre anni e quasi 120mila in meno rispetto al 2008. E le previsioni per l'anno in corso non lasciano ben sperare, con i dati provvisori dei primi 6 mesi che registrano già un meno 8.400 rispetto allo stesso semestre dell'anno scorso.

È la fotografia scattata dall'ultimo rapporto Istat 'Natalità e fecondità della popolazione residente. Anno2017', presentato oggi a Roma. Il numero medio di figli per donna continua a scendere, toccando l'1,32 contro l'1,46 del 2010.

Si stima che il 22% delle attuali donne 40enni, alla fine del ciclo di vita riproduttiva, potrebbe rimanere senza figli. Una percentuale che si raddoppia rispetto all'11,1% stimato per la generazione delle loro mamme (le nate del 1950). Il calo delle nascite si riflette soprattutto sui primi figli: diminuiti del 25% rispetto al 2008. Una tendenza 'nuova' che si sta consolidando negli ultimi anni.

Diminuiscono sensibilmente i bimbi nati da coppie coniugate (-147mila in soli 9 anni) mentre aumentano quelli nati fuori del matrimonio (+29mila rispetto al 2008). Calano soprattutto i nati da coppie di genitori entrambi italiani (14mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121mila in meno rispetto al 2008), ma non solo.


Per la prima volta dal 2008 scendono sotto i 100mila i nati con almeno un genitore straniero. Il contributo alla natalità delle cittadine straniere residenti, che finora hanno riempito i 'vuoti' di popolazione, si va lentamente riducendo. "Come era nelle aspettative la natalità è ulteriormente in calo. È un fenomeno che va avanti da un decennio ed è dovuto a fattori strutturali. Ma questo non deve far pensare che sia un fenomeno irreversibile e che non si possa intervenire", ha detto Vittoria Buratta, direttore Statistiche Sociali dell'Istat, durante la presentazione dei dati.

E nel giorno del report Istat il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana annuncia "un codice della natalità che in modo strutturale e definitivo affronti il tema del rilancio demografico": "Gli ultimi dati Istat - spiega il ministro - confermano l'idea maturata nell'ambito delle nostre analisi tecniche, e cioè che il contrasto alla riduzione della natalità necessita di un piano di interventi strutturale e il superamento delle politiche ereditate dai precedenti governi, che non hanno affrontato in modo sistemico questo fenomeno".

"Le cifre snocciolate dall'Istat sono da bollettino di guerra", ha commentato il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo. "In dieci anni - osserva - abbiamo perso una città delle dimensioni di Bergamo o Siracusa e persino un quarto dei figli unici del Paese. Ci sono ancora i margini per invertire la rotta, ad esempio modificando e migliorando le modalità di calcolo del reddito di cittadinanza con l'introduzione del criterio dei carichi familiari, per calibrarlo in modo più equo. Ma ormai non c'è più tempo da perdere". Il presidente del Forum Famiglie ricorda che "da un anno proponiamo un Patto per la natalità che coinvolga tutte le forze del Paese, a partire dal ministero dell'Economia. È urgente un piano Marshall che faccia ripartire le nascite e dia risposte concrete ai giovani".

"Drammatica è che la rinuncia alla natalità sembra aver assunto caratteristiche strutturali, alle quali si aggiunge calo dei matrimoni, boom dei divorzi ed una tendenza all'abortività che non dà segni veri di riduzione. Insomma, quella italiana sembra essere diventata una società senza uno sguardo sul futuro che ha scelto di non investire sul domani", ha aggiunto la presidente del Movimento per la Vita Italiano, Marina Casini Bandini. "La voglia di figli, in verità, non è venuta meno - sottolinea Casini Bandini -, ma è sempre più difficile accogliere un figlio in una società che non fa nulla per essere accogliente. È necessario che l’Italia faccia un investimento sul futuro come altri Paesi che hanno dimostrato che credere nel futuro è possibile anche in situazioni più critiche. L’Italia deve e può rilanciare la voglia e la possibilità di avere figli con concreti interventi economici e servizi. Senza figli non c’è futuro".