Attualità

RAPPORTO. Istat: meno nascite in Italia, cresce l'età media

lunedì 24 gennaio 2011
Nascono sempre meno bambini in Italia: 557 mila nel 2010, 12.200 in meno rispetto all'anno precedente. Lo afferma l'Istat che oggi ha diffuso i dati demografici del 2010, in cui, fra l'altro, segnala che per il quarto anno consecutivo la dinamica naturale (differenza tra nascite e decessi) registra un saldo di segno negativo, in misura ancora più accentuata di quella del precedente triennio: -30.200 unità nel 2010, contro -22.800 unità nel 2009, -8.500 unità del 2008 e -6.900 unità del 2007. È in calo anche la fecondità delle donne: il numero medio di figli è di 1,4, nel 2009 era 1,41, nel 2008 era 1,42. Sembra essersi conclusa per le italiane - commenta l'Istat - la fase di recupero cui si era assistito per ampia parte nello scorso decennio. Le nascite sono stimate in 557 mila unità (tasso di natalità 9,2 per mille dei residenti), meno 12.200 rispetto al 2009. Per avere un numero di nascite inferiore a quello del 2010 occorre tornare al 2005, quando furono 554 mila. La riduzione delle nascite nel 2010 rispetto al 2009 (-2,1%) risulta generalizzata su scala territoriale, tranne che per Molise (+2,3%), Abruzzo (+1,5%), Provincia autonoma di Bolzano (+0,6%) e Lazio (+0,1%). Dalle madri italiane si è avuto un calo di oltre 13 mila nascite. Il contributo alla natalità delle straniere si fa così sempre più importante: si stima, infatti, che nel 2010 oltre 104 mila nascite (18,8% del totale) siano attribuibili a madri straniere (erano 35 mila nel 2000, pari al 6,4% e 103 mila nel 2009 pari al 18,1%), di cui il 4,8% con partner italiano e il restante 14% con partner straniero.AUMENTA LA VITA MEDIALa vita media degli italiani continua a salire: nel 2010 gli uomini hanno raggiunto i 79,1 anni (+0,3 rispetto al 2009), le donne 84,3 (+0,2). Lo afferma l'Istat che oggi ha diffuso i dati sugli indicatori demografici nel 2010, in cui afferma che la popolazione italiana ha continuato a crescere superando i 60 milioni 600 mila residenti al primo gennaio 2011, con un tasso d'incremento del 4,3 per mille.