Attualità

Chi spacca il Paese. Intolleranza e parole d'odio: l'estrema destra alza il tiro

Diego Motta martedì 14 maggio 2019

L’onda nera sta alzando il tiro in tutta Italia. Dai volantinaggi nelle scuole, dove l’estrema destra fa proseliti alle superiori, agli striscioni intimidatori contro la Chiesa, siamo di fronte a una strategia pianificata che unisce sigle diverse, da CasaPound a Forza Nuova fino a Lealtà Azione e altre organizzazioni meno conosciute. La provocazione più becera è arrivata domenica, con la scritta insultante comparsa in Via della Conciliazione, 'Bergoglio come Badoglio. Stop immigrazione', ad opera di Forza Nuova.

L’ultimo avvertimento, in ordine temporale, ha riguardato un prete, monsignor Giacomo Martino, responsabile di Migrantes per la diocesi di Genova. Al suo indirizzo sono state postate da Azione Frontale su Facebook espressioni come 'infame', 'zecca comunista' con una foto in primo piano del sacerdote con scritto 'Vergogna'. Che si tratti di 'leoni da tastiera', come in questo caso, o di pochissimi militanti, com’è avvenuto a Roma, l’effetto ottenuto è sempre lo stesso: massimo risultato in termini di visibilità, a fronte di provocazioni di un gruppo ristrettissimo di persone.

«Non ci sono più argomenti, per cui si alza il tiro» sottolinea monsignor Martino. «Quando mi ha contattato la Digos, informandomi delle minacce che avevo ricevuto, ho pensato subito: voglio incontrarli, capire perché usano questo linguaggio. Sono convinto che dietro di loro non ci sia nulla».

Dietro all’ultima provocazione, c’è un incontro pubblico di pochi giorni fa nel salone di una parrocchia di Genova. «Dovevamo spiegare perché aveva riaperto una struttura per richiedenti asilo e mi aspettavo un clima pesante. Sono centinaia i migranti accolti sul territorio della nostra diocesi e non è facile spiegare perché continuiamo a garantire ospitalità a chi mette davanti a sè le proprie preoccupazioni e paure.

Ma se penso a due anni fa, quando si era svolto un appuntamento analogo, questa volta il clima mi era sembrato migliore ed è stato un bene, perché i nostri ragazzi respirano questo vento di insofferenza nei loro confronti ». L’illusione è svanita qualche giorno dopo con i messaggi degli estremisti di destra, eppure don Giacomo non si arrende. «Gridano 'Al lupo, al lupo', ma il lupo non c’è – continua –. Sono i social media a fare da rumore di fondo. Non ho intenzione di denunciare nessuno, non voglio che si gridi ancora più forte contro chi è debole e fragile».

Che la Chiesa non si voglia tirare indietro e che non intenda accettare provocazioni all’insegna dell’intolleranza, lo aveva dimostrato nelle scorse settimane il vescovo di Ventimiglia- Sanremo, Antonio Suetta, che aveva chiesto di non celebrare la Messa in suffragio di Benito Mussolini, per il 74esimo della morte del dittatore fascista. «Una celebrazione non deve essere un’occasione di propaganda» aveva detto Suetta. Amarezza e indignazione per il gesto di Forza Nuova contro papa Francesco di domenica avevano espresso le Acli domenica, invitando tutta la società civile «a difendere chi difende i poveri».

Sullo sfondo, resta la capacità di mobilitazione dal basso delle formazioni di estrema destra, che veicolano la propaganda in Rete con discreto successo. Dalle nuove sedi inaugurate da CasaPound, che ricorda sul proprio sito i consensi ricevuti nelle scuole da Blocco studentesco («Ormai sono due anni che superiamo i 50mila voti in tutta la penisola, dal Piemonte alla Calabria») fino alla guerra dichiarata all’antifascismo dai militanti di Lealtà Azione, i proclami all’insegna della mobilitazione (e dell’odio verso l’avversario) sono una costante per l’universo dell’estrema destra. Un mix di rievocazioni fasciste e invito alla militanza, che da tempo non passano più inosservate.