Attualità

INTERVISTA SUL FEMMINICIDIO. Il moralista: insensato parlare di responsabilità condivisa

Nicoletta Martinelli giovedì 27 dicembre 2012
Il testo che don Piero Corsi ha appeso alla bacheca della chiesa dove fa il parroco è stato copiato passo passo da un sito online che si definisce “blog di apologetica cattolica” e individua punti di pretesa consonanza tra il pensiero espresso nel testo rilanciato dal parroco di San Terenzo e il pensiero di papa Giovanni Paolo II nella “Mulieris Dignitatem”. «Un rimando arbitrario e scorretto, perché il Papa ha sempre evocato, avvalorato e difeso la dignità propria della donna, quello che egli chiamava il “genio femminile”, esortando le donne a tutelarla e gli altri a non offenderla, usandola come “oggetto” di godimento», spiega don Mauro Cozzoli, professore ordinario di Teologia Morale nella Pontificia Università Lateranense. «La violenza sessuale sulle donne fino alla loro soppressione – prosegue il teologo – è un atto gravissimo di cui è responsabile l’uomo che lo compie. Affermare che le responsabilità di un "femminicidio" sono condivise tra l’uomo omicida e la donna violentata e soppressa è eticamente insensato. L’istinto maschile provocato da eventuali comportamenti e atteggiamenti femminili impudichi, come da scelte libertarie delle donne non costituisce una scusante della violenza maschile».Sostenere – come fa il volantino affisso nella bacheca di San Terenzo – che le donne la violenza “se la sono cercata” è «un processo alle intenzioni che ferisce e offende. Per cui – prosegue don Cozzoli – è da deplorare e denunciare ogni forma di violenza sessuale del più forte sul più debole, dell’uomo sulla donna. Certamente c’è un problema di pudore femminile in un habitat soprattutto mediatico, commerciale e pubblicitario che punta a fare delle donne un “oggetto” di piacere e di provocazione. Ma questo – conclude il moralista – è un altro problema, che non discolpa e scagiona il violento e che deve indurre tutti, le donne per prime, alla riflessione critica».