Attualità

Intervista. Sacconi: «Non firmeremo mai un Patto che comprenda anche le unioni gay»

Marco Iasevoli venerdì 3 gennaio 2014
Maurizio Sacconi nemmeno lascia che si concluda la domanda. «Mai. Non firmeremo mai un Patto di coalizione che contenga le unioni gay se queste significano diritti di coppia. Il Nuovo centrodestra è nato anche perché i valori non negoziabili li ritiene davvero tali, non li mercanteggia». Il capogruppo Ncd, ex ministro del Lavoro del governo Berlusconi, chiude ogni varco al tentativo di Renzi di inserire il tema delle “unioni civili” nel cronoprogramma: «Con il massimo rispetto per l’affettività di ciascuno, l’unica coppia che ha una dimensione pubblica è e resta quella tra un uomo e una donna che si uniscono in matrimonio. Il cedimento aprirebbe una rapida deriva: anche solo con sentenze si passerebbe presto all’estensione delle adozioni e dei benefici economici che già oggi, solo per il coniuge, costano 70 miliardi di euro l’anno. Saremo l’argine contro il tentativo di istituire anche in Italia una sorta di religione di Stato».È un “no” invalicabile?La nostra idea è di lavorare, attraverso interventi prudenti e precisi sul Codice civile, sulla capacità giuridica della persona di relazionarsi con altre persone. Ma in piena crisi economica riteniamo che su tematiche eticamente sensibili ci debba essere una moratoria. Metterle sullo stesso livello di priorità del lavoro, della legge elettorale e delle riforme istituzionali è insensato, lontano dal sentire del Paese. La vita di un esecutivo, e di un esecutivo con un mandato così specifico, non può essere ancorata a questioni così divisive.Il tema potrebbe essere rinviato al Parlamento?Sarebbe meno grave per la tenuta del governo, ma forse ancora più grave per la coesione del Paese.Sul lavoro invece pare che con Renzi un accordo ci possa essere...Io gli metto tre temi sul tavolo. Uno, abolizione immediata della legge Fornero, eccetto che per la parte relativa ai sussidi di disoccupazione. Due, affrontare con pacatezza l’articolo 18 partendo dal riconoscimento di una maggiore autonomia contrattuale tra aziende e sindacati nella dimensione aziendale. Tre, nazionalizzare il modello lombardo sulla protezione dei disoccupati che mette nelle mani di ciascuno di essi un voucher da investire liberamente in formazione e collocamento, pagandolo a risultato.Come valuta l’accelerazione di Renzi sulla legge elettorale?Dal punto di vista politico, mi pare abbia ormai riconosciuto che l’intesa debba partire dalla maggioranza. E noi siamo per il “sindaco d’Italia”. È altrettanto ovvio che si tratta di un modello non separabile dal superamento del bicameralismo perfetto.Le “malelingue” sospettano che il Ncd cercherebbe la politica dei due forni...Sarò chiaro: noi saremo sempre e solo per una coalizione di centrodestra. Mai, mai e poi mai porteremo voti a un premier di sinistra. Pensi al paradosso che è segno del cinismo dei tempi: la sinistra non è mai stata così “laicista” ed è guidata da due cattolici.Questa sferzata fa pensare che alla fin fine temiate la concorrenza di Letta&Renzi... Manca qualcosa nell’agenda del segretario del Pd?Mentre lui pensa al tetto del 3% sul deficit, dimentica che il vero problema con l’Europa è la riduzione del debito. Ci vuole un piano. Anche lui sarà costretto a parlare di dismissioni e privatizzazioni.