Attualità

L'intervista. Alfano: «Expo, poteri speciali a Cantone»

Arturo Celletti domenica 18 maggio 2014

Tutto parte da una parola: famiglia. «È la risposta al declino, è la nostra bussola». Angelino Alfano comincia senza stupire. Racconta una società che si regge su questo pilastro. Parla di famiglie che assistono gli anziani «rinunciando spesso a un’indennità che sarebbe giusta e dovuta». Racconta mamme e papà che moltiplicano gli sforzi per sostenere figli senza lavoro. «La crisi è stata terribile e solo la famiglia ha tenuto in piedi il Paese che altrimenti sarebbe crollato», ripete. Il presidente del Nuovo centrodestra sembra quasi distratto. C’è il compleanno del figlio, c’è una festa, c’è rumore. Poi, però, all’improvviso, disegna la svolta. «Abbiamo l’obbligo di fare di più. Non basta questo bonus di ottanta euro e non basta così. Non va bene così. Vedrete il decreto Irpef cambierà. Lo pretendiamo». Una pausa leggera. Alfano sposta il discorso. Dalla famiglia all’expo. Dalle scelte fiscali alla battaglia contro la corruzione. «Voglio un expo mafia-free, un expo libero dai tentacoli della criminalità organizzata, libero dalle infiltrazioni mafiose. È la nostra vetrina, e dovrà essere una vetrina pulita. No, anzi, una vetrina cristallina». Torniamo alla famiglia: qual è il progetto? Un single che guadagna 1500 euro al mese prende il bonus; una famiglia che ne prende 1501 è esclusa, resta fuori... È ingiusto, anzi è assurdo, anzi è intollerabile. E allora voglio essere chiaro: l’impianto va cambiato, il bonus va cambiato. Chi ha due figli e guadagna 1800 al mese deve poterci contare. E così avanti: 3 figli e 2200 euro al mese di reddito, 4 figli e 2600... Ma i tempi?Come i tempi? Ora e subito; qui e ora. La famiglia deve tornare protagonista del sistema fiscale immediatamente. E nel decreto Irpef pretendiamo che la nostra linea diventi la linea del governo e della maggioranza. Si può fare, si deve fare. La rimodulazione del bonus costa 100 milioni: saranno solo un primo segnale alle famiglie. Poi andremo avanti. Per noi la famiglia sarà priorità assoluta anche nella delega fiscale e il fattore famiglia dovrà essere protagonista nella riforma del sistema tributario italiano.La strada?Sgravi e sostegni alla natalità. Un Paese senza bambini è un Paese senza futuro; un Paese a crescita demografica zero non può costruire nulla per il domani. Bonus da rimodulare, ma - insisto - la copertura?Altri tagli alla spesa pubblica. Si possono fare, si possono sostenere. Anzi, a fianco delle famiglie c’è un’altra battaglia. Per gli autonomi, per i piccoli imprenditori. Vogliamo spostare in sù la franchigia che consente di non pagare l’Irap. Da 10 a 13 mila euro. Vogliamo ampliare in  modo deciso la platea di chi non paga l’Irap. I costi? Altri 250 milioni che noi siamo pronti a coprire riaprendo i termini per la rivalutazione dei cespiti patrimoniali.Nel governo ci sarà chi obietterà?L’emendamento è già depositato e come si dice "carta canta". Nessuno provi a scherzare, a sottovalutare la nostra determinazione. Non sono nemmeno immaginabili trattative e retromarcia. E nemmeno allungamenti dei tempi. Nel decreto Irpef ci sarà questa novità.Uscirete dal governo se Renzi non dovesse ascoltarvi?Non mi piacciono le minacce, non sono nel mio stile. Ma noi siamo nel governo per sostenere la famiglia e Renzi lo sa. Vedrete il premier capirà anche perchè abbiamo ottimi argomenti per spiegarlo. Proprio oggi invita il premier a cacciare dal governo "omofobi, oscurantisti che bloccano i diritti civili". Ce l’ha anche con lei?Non rispondo a Vendola, rispondo a chiunque provi a mettere in discussione i valori. Su questi non si scherza. Non siamo oscurantisti e siamo pronti a riconoscere diritti patrimoniali alle coppie intervenendo sul codice civile, ma nessuno provi a toccare la famiglia che per noi è solo quella fatta da un uomo e da una donna. Insomma quella di cui parla la Costituzione italiana. Peccato che nel Pd, che nella sua coalizione, siano tante le voci stonate, tanti quelli che la pensano all’opposto da noi.Torniamo all’expo. Il governo ha fatto davvero tutto quello che doveva fare per arginare l’offensiva di mafia e affaristi?Abbiamo escluso 32 imprese grazie al lavoro della prefettura con 32 interdittive antimafia. Siamo entrati in 66 cantieri. Abbiamo controllato oltre duemila soggetti. E abbiamo messo sotto la nostra lente d’ingrandimento migliaia e migliaia di fascicoli per comporre una white list, una lista pulita. Avevamo un solo grande obiettivo: evitare che la nostra vetrina fosse una vetrina sporca, evitare che le mafie potessero sfregiare un evento che verrà guardato dal mondo. Eppure tutto questo non ha scoraggiato...Già, non ha scoraggiato chi ha provato a fare affari all’ombra dell’expo. E allora l’expo non solo sarà mafia-free, sarà anche mazzetta free. L’expo - ripeto - dovrà essere cristallino. E allora subito poteri veri a Cantone. E subito scelte per fare squadra e contrastare ogni infiltrazione. Possiamo mettere insieme le competenze dell’Autorithy anti-corruzione e farle sposare con tutte le competenze della prefettura. Tutto questo per una straordinaria azione di prevenzione.Grillo dice "fermiamo l’Expo"Troppo comodo mantenere le mani pulite rinunciando a qualsiasi realizzazione. La nostra forza è fare restando puliti. È più complicata, ma è anche l’unica giusta.Ma ci sono ancora rischi di imprese sporcate dal grande crimine?Non possiamo escludere nulla: c’era un problema prima e ci può ancora essere. La prefettura dovrà avere le antenne altissime, nessun segnale potrà essere sottovalutato. È una sfida dura, ma decisiva. Cantone chiede poteri reali e la strada è questa. È lui la persona giusta per l’expo. Merita poteri ritagliati su misura per una vicenda così importante e così urgente: siamo a meno di un anno dall’apertura dell’expo e abbiamo il dovere di correre. Senza sbagliare e senza sottovalutare.