Attualità

IL CASO. Milano, le donne nuove vittime Non passione, ma disperazione

Cinzia Arena martedì 15 gennaio 2013
​Per disperazione più che per passione. Tentano la fortuna perché non sanno come tirare avanti, come pagare la bolletta della luce o mandare i soldi che servono per far mangiare i figli rimasti nei paesi d’origine. Italiane o straniere sono le donne una buona fetta delle vittime dell’illusione del gioco, vittime della speranza di guadagnare qualche euro senza lavorare. Arriva dal Comune di Milano una fotografia al femminile di questa fenomeno che purtroppo, specie quando si tratta di donne, ha un legame indissolubile con condizioni di vita precarie. Il vicesindaco Maria Grazia Guida nel suo intervento di ieri alla presentazione del «Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo» ha spiegato che tra i soggetti più a rischio ci sono le donne. Nei bar di periferia le giocatrici più accanite sono le anziane sole e le straniere, soprattutto badanti, che cercano di "recuperare" qualche risorsa affidandosi alla fortuna. «Le donne sentono la crisi in maniera più drammatica, perché sono loro che devono far quadrare i conti in famiglia – spiega la Guida – la carenza di risorse spinge soprattutto gli stranieri e i ceti più umili alla disperazione, a tentare di rifarsi nel gioco, instaurando così un circolo vizioso». La speranza di guadagnare qualcosa giocando ben presto si trasforma in disperazione perché quelle poche risorse che si avevano a disposizione si sono volatilizzate. Diverso secondo la Guida il problema dei giovanissimi che sono spinti dal desiderio del superfluo e giocano con l’obiettivo di comprarsi il nuovo cellulare o la felpa firmata. «Per questo stiamo pensando di avviare nelle scuole una campagna di sensibilizzazione» sottolinea il vicesindaco. Dal primo cittadino di Cavenago Francesco Seghi arriva una segnalazione allarmante sulla dipendenza dal gioco al femminile. Mamme che all’uscita da scuola vanno a prendere i figli per poi portarli a giocare non al parco o nel cortile di casa ma davanti alle macchinette. Al divieto di gioco per i minori infatti non sempre si accompagna, ad esempio quando le slot machine si trovano nei bar, il divieto di accesso (già previsto per le sale gioco). «Quando abbiamo ricevuto questa segnalazione – ha spiegato Angela Fioroni della Legautonomie – siamo rimasti molto colpiti, poi abbiamo scoperto che episodi simili si verificano anche in altre cittadine della Lombardia».