Attualità

20 giugno. «Insieme in piazza per il diritto a educare»

Emanuela Vinai venerdì 19 giugno 2015
Una manifestazione di famiglie per la famiglia quella che si svolgerà domani in piazza San Giovanni a Roma. A sette anni da quel Family Day che si oppose ai Dico, molte cose sono cambiate nel panorama socioculturale del nostro Paese, ma la maggioranza non silenziosa della gente comune torna in piazza ancora una volta sotto lo slogan «Difendiamo i nostri figli». Lo scopo, spiegano gli organizzatori, è «riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole e nel Parlamento e bloccare sul nascere il ddl Cirinnà, che consentirebbe in prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso». L’evento è stato promosso dal Comitato omonimo cui aderiscono personalità provenienti da diverse associazioni: Simone Pillon, Gianfranco Amato, Giusy D’Amico, Toni Brandi, Filippo Savarese, Costanza Miriano, Mario Adinolfi, Jacopo Coghe, Maria Rachele Ruiu, Paolo Maria Floris, Alfredo Mantovano, Nicola Di Matteo. Portavoce del comitato è il neurochirurgo Massimo Gandolfini. I promotori hanno lanciato una mobilitazione 'dal basso', senza etichette partitiche o associative, un impegno comune così sentito che tutte le sigle hanno deliberatamente fatto un passo indietro per evitare facili strumentalizzazioni e lasciare la piazza alle famiglie che interverranno. L’intento è far sentire una voce chiara e positiva prima che il Parlamento legiferi in materia, sulla scorta delle esperienze negative di Francia e Irlanda – «un grande valore simbolico che però non ha portato ad un risultato concreto» – così da dare la misura e il peso del sentire popolare che, su questi temi, è lontano dalle semplificazioni dei media generalisti. Per queste ragioni si annuncia un’adesione molto folta che vedrà la partecipazione di interi gruppi familiari, con più generazioni rappresentate, provenienti da tutta Italia: nonni, genitori, zii, figli, nipoti. E bambini, molti bambini: il romano "movimento dei passeggini" sarà presente in formazione compatta, schierando 400 passeggini colorati.  Anche la Chiesa segue con attenzione lo svolgersi degli eventi. Nei giorni scorsi, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha inviato al Comitato un convinto messaggio di sostegno in cui augura «pieno successo» alla manifestazione «con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità». Ma le questioni sensibili che interessano la famiglia non sono solo una preoccupazione dei cattolici. A dimostrazione dell’importanza della posta in gioco e della trasversalità dell’iniziativa, è annunciata la presenza di gruppi appartenenti a diverse confessioni cristiane e religioni. Ci saranno evangelici, pentecostali, ortodossi, musulmani, ebrei e sikh: tutti porteranno un saluto e una riflessione sul tema. Il programma della giornata prevede dalle 15.30 il susseguirsi di relatori con contributi brevi e mirati. Sotto la conduzione del portavoce Gandolfini, si avvicenderanno sul palco Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, Alfredo Mantovano, Costanza Miriano e Simone Pillon. È previsto anche l’intervento di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. Saranno inoltre proiettate testimonianze video di famiglie «che hanno vissuto sulla loro pelle i tentativi di indottrinamento gender nelle scuole » e che per aver espresso le loro perplessità hanno subìto vere e proprie discriminazioni. Quanto alla politica, hanno comunicato la loro partecipazione Paola Binetti, Aldo Di Biagio, Gian Luigi Gigli, Carlo Giovanardi, Federico Iadicicco, Maurizio Lupi, Giorgia Meloni, Alessandro Pagano, Fabio Rampelli, Eugenia Roccella e Maurizio  Sacconi. È di questi giorni infine la notizia della costituzione del «Comitato parlamentare per la famiglia» che, con un centinaio di iscritti tra deputati e senatori – sottolinea l’onorevole Pagano – è «trasversale ai partiti», vantando adesioni da Area popolare, Forza Italia e Lega e anche dal gruppo misto e Per l’Italia. La macchina organizzativa è ancora al lavoro per definire gli ultimi dettagli, ma intanto si registra un segnale: il parere del governo sul ddl Cirinnà è slittato alla prossima settimana.