Attualità

PENSIONI . Invalidità totale, conta anche il reddito del coniuge

venerdì 11 gennaio 2013
«​Sembrerebbe proprio che l'Inps voglia spingere al divorzio tutti gli invalidi italiani al 100%». Così Pietro Cerrito, Segretario Confederale Cisl, interviene sulla circolare Inps che prevede venga considerato non più il solo reddito personale ma anche quello del coniuge per il limite (16mila euro) entro cui mantenere la pensione di invalidità di 258 euro mensili. «Questo atto amministrativo rischia di generare una ulteriore situazione di pesante iniquità - denuncia Cerrito - dovrebbe invece essere disciplinata in modo più equo dall'Isee, lo strumento riformato sul quale ci sono già stati importanti punti di convergenza con il sottosegretario Guerra». Il 2013 si apre all’insegna della novità per gli invalidi civili al 100% titolari di una pensione di invalidità. Se infatti fino a ieri il limite di reddito considerato utile al conseguimento della pensione era individuale, da oggi viene considerato anche quello del coniuge. Per il conseguimento della pensione di invalidità dunque sarà necessario che la coppia non superi il limite dei 16.127, 30 euro lordi l’anno. La novità riguarda solo gli invalidi al 100% con coniuge. Per gli invalidi parziali, i non vendenti e i sordi il limite di reddito resta personale. Immutata anche la situazione per l’erogazione di indennità di accompagnamento e di comunicazione continua: nessun limite reddituale è considerato. Una circolare della Direzione Centrale delle Prestazioni dell’Inps del 28 dicembre scorso aveva infatti fissato i nuovi limiti reddituali per gli invalidi totali oltre agli importi per le provvidenze. Ogni anno vengono infatti ridefiniti dall’Inps a seconda dell’inflazione e del costo della vita non solo gli importi delle pensioni, degli assegni e delle indennità che vengono erogati a invalidi civili, sordi e non vendenti, ma anche i limiti reddituali per accedere ad alcune provvidenze economiche. Per il 2013 appunto, l’Inps ha deciso di introdurre una grande novità, ovvero procedere con il cumulo dei reddito nei casi in cui la persona con disabilità totale goda della compagnia di un coniuge. Il cumulo così previsto non deve superare il limite dei 16.127, 30 euro lordi l’anno, pena la perdita del diritto alla pensione di invalidità (275, 87 euro al mese).La decisione dell’Inps, su cui tante associazioni a difesa dei diritti delle persone con disabilità stanno già promettendo battaglia, non si basa su un dettato normativo, ma su una sentenza della Corte di Cassazione del 2011 (numero 4677). Per la Fish (Federazione italiana superamento handicap) si tratta di un atto gravissimo. «Inps si sostituisce al Parlamento, assume decisioni politiche, incidendo sulla vita delle persone», commenta il presidente Pietro Barbieri. Fish ha denunciato un «elemento di disparità di trattamento», visto che «per gli invalidi parziali, per i sordi e i ciechi, il limite reddituale considerato continua ad essere quello personale».