Attualità

Torino. La sindaca indagata (con altri 19) per il caos in piazza San Carlo

Andrea Zaghi lunedì 6 novembre 2017

Il disastro in piazza San Carlo a Torino dopo il mortale fuggi fuggi del 3 giugno scorso

Venti avvisi di garanzia. Colpiti la sindaca 5 Stelle di Torino, il questore e il suo capo di gabinetto oltre ad una serie di dirigenti e funzionari di vertice delle catene di comando della città e dell’ordine pubblico. Tutto a seguito dei fatti di piazza San Carlo del 3 giugno scorso. Pronta a collaborare si è detta Chiara Appendino, mentre la polemica politica è subito salita di tono così come le aspettative dei torinesi.

Cinque mesi fa, in piazza San Carlo sul finire della partita fra Juventus e Real Madrid, ondate di panico (la cui causa non è ancora stata scoperta) hanno provocato nel caos organizzativo e di gestione dell’ordine pubblico 1.500 feriti e la morte qualche giorno dopo della giovane Erika Pioletti. Ieri la conclusione delle indagini con tre ipotesi di reato: il disastro colposo, la cooperazione in omicidio colposo (per la morte di Erika Pioletti) e le lesioni colpose (a seguito delle 315 querele arrivate a palazzo di giustizia).

Alla base del procedimento è l’articolo 40 del codice penale, dove si spiega che «non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo». Più in generale, è trapelato da ambienti vicini all’inchiesta, la manifestazione non poteva essere nemmeno organizzata. Alcune contestazioni riguardano i tempi e le risorse disponibili che non avrebbero permesso nemmeno l’allestimento nel modo in cui prese forma.

«Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti, poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno», ha detto la sindaca Appendino qualche minuto dopo averi ricevuto l’avviso a comparire aggiungendo: «Sono a disposizione della magistratura, risponderò alle domande che mi verranno poste. L’obiettivo è che venga fatta chiarezza su quanto accaduto».

La procura ha lavorato a fondo. Fra le persone destinatarie degli avvisi anche il questore di Torino Angelo Sanna, e il suo capo di gabinetto Michele Mollo. Ma l’elenco dei personaggi di rilievo non finisce qui. Vi sono anche l’ex capo di gabinetto della sindaca Paolo Giordana, un dirigente del Comune, Paolo Lubbia, così come gli organizzatori diretti dell’evento e quindi il presidente di "Turismo Torino" Maurizio Montagnese e il direttore Danilo Bessone, ma anche il dirigente del commissariato centro della città, Alberto Bonzano. Per molti di essi si tratterebbe di un atto dovuto.

«Deve essere comunque precisato che gli inviti a comparire emessi sono anche finalizzati ad acquisire le dichiarazioni difensive delle persone che accetteranno di rispondere», ha sottolineato da parte sua il procuratore capo Armando Spataro in una nota, aggiungendo che «nonostante alcune gratuite polemiche, le indagini sono state effettuate in tempi rapidi».

La polemica politica, intanto, prosegue ma su un diverso fronte. «Oltre alle frasi di circostanza, dalla sindaca ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità politica davanti ai cittadini», hanno detto subito i vertici locali del Pd. Mentre il Codacons ha invitato «tutti quei cittadini che la sera del 3 giugno si trovavano in Piazza San Carlo e sono stati coinvolti nel tragico evento» a costituirsi parte offesa «per ottenere il giusto indennizzo».