Attualità

La corsa al Colle. Vertice Renzi-Berlusconi ma non c'è il nome

mercoledì 28 gennaio 2015
​Da una parte le assemblee dei deputati e dei senatori del Pd, riconvocate appena due giorni dopo il primo incontro sul futuro inquilino del Quirinale, dall'altra i faccia a faccia con i leader politici dall'alleato Alfano al rivale Bersani sino a quello, con Berlusconi che ieri si era rifiutato di salire al Nazareno pretendendo un incontro riservato. Matteo Renzi continua a tessere la tela per cercare di arrivare all'elezione del prossimo presidente della Repubblica nel minor tempo possibile e con il maggior numero possibile di voti. "Bisogna individuare una storia credibile da portare in discussione, con la consapevolezza che non si può sbagliare il colpo, stavolta. E bisogna chiudere entro il week end per non cadere nella vituperata palude". La partita per il Quirinale entra nel vivo e Matteo Renzi ne ripercorre i capisaldi di buon mattino, prima con i deputati e poi con i senatori Pd, in una giornata intessuta di contatti e colloqui, più o meno ufficiali. Su tutti, quello a Palazzo Chigi con Silvio Berlusconi, che ieri aveva dato forfait mandando i soli capigruppo al programmato colloquio al Nazareno. Ma nella sede del governo è andato anche Pier Luigi Bersani. "Abbiamo cominciato a ragionare, abbiamo ragionato bene", dirà poi ai cronisti l'ex segretario Pd, che fornisce un'altra indicazione utile, tra tanti "non detti" che riempiono queste ore: "La strada è ancora lunga, ci sono ancora alcuni giorni". E "certo che abbiamo parlato di nomi", conferma a chi domanda se sia passati dai principi al merito delle candidature. Il punto nave? Sergio Mattarella è il nome su cui si sta ragionando, in queste ore, tra Palazzo Chigi, il Pd e i palazzi della politica. Tra i tanti nomi che circolano, sarebbe questo, a quanto si apprende, quello che starebbe raccogliendo la maggiore condivisione nel Pd e che avrebbe raccolto il sì della minoranza Dem. Pesa però il no di Forza Italia, un no che Matteo Renzi potrebbe provare a trasformare quantomeno in un 'nihil obstat' nell'incontro a Palazzo Chigi. Stavolta, per dirlo con le parole di Renzi alle platee degli eletti Dem, non ci sarà una terna di nomi mentre è ormai acquisito che dalla tornata di consultazioni di ieri "esce forte la richiesta di una figura politica". Sostenuta da chi? "È un bene eleggerlo con Forza Italia" ma "noi non mettiamo veti e non accettiamo veti", scandisce Renzi considerato che il partito di Berlusconi chiede "qualcuno che non abbia una storia militante nel Pd". Vero è anche, ragiona, che Fi "ha sempre aiutato a esprimere un presidente dal 2006". Dunque, da "contraente del patto del Nazareno" Renzi rivendica al Pd autonomia di scelta insieme a stima e rispetto per chi non vota con noi, e dunque se Forza Italia "ci sta dentro" è un valore, non un disvalore. E allora, anche se i giornali ne danno uno certo al giorno, il nome ancora non c'è perchè abbiamo deciso di trovarlo insieme. E qui si torna alla fittissima agenda di Renzi: Alfano prima delle assemblee Dem, poi Bersani a Palazzo Chigi, dove a vario titolo oggi si fanno vedere anche Casini e Vendola. Poi Berlusconi all'ora di pranzo. Berlusconi, incontrando i suoi «grandi elettori» alla Camera, non ha voluto rispondere ai cronisti che gli sollecitavano un giudizio su Mattarella. Ha ribadito invece il no di Forza Italia ad una figura «troppo radicata nella sinistra e nel Pd» - una posizione già espressa martedì sera dalla delegazione azzurra ricevuta a palazzo Chigi ma alla quale lo stesso Renzi aveva replicato dicendo di non accettare diktat - e annunciato nuovi incontri nelle prossime ore con il suo principale antagonista. Parlando agli azzurri il Cavaliere ha fatto capire di essere riuscito quantomeno a sgombrare il campo da alcuni candidati che dalle parti di Palazzo Grazioli sarebbero stati alquanto indigesti: «Fare nomi non è gentile - ha spiegato il Berlusconi-, ma i pericoli grandi sono scampati». L'ex cavaliere ha chiesto al Tribunale di sorveglianzadi Milano di poter restare a Roma i prossimi giorni.I nomi li fanno anche i 5 Stelle. Dieci, per la precisione, che formeranno la rosa da sottoporre al vaglio delle Quirinarie on line. La lista di candidati arriva dall'assemblea dei parlamentari M5S: consensi e dissensi per Prodi, fortissimi i magistrati, da Imposimato a Cantone ai pm Antimafia a Cantone, e poi anche Benigni e Magalli, certo. Con una linea guida, che Colletti sintetizza liquidando ogni candidato Pd come "gentaglia".