Attualità

La strage del Mottarone. Inaccettabile baratto, fiducia da ricostruire

Diego Motta giovedì 27 maggio 2021

C’era dunque un azzardo spregiudicato, un inaccettabile baratto dietro alla strage della funivia. Lo scambio tra la vita altrui e la voglia di denaro, tra la sicurezza e il profitto. Ammesso e non concesso che le conseguenze legate all’inserimento del cosiddetto "forchettone", come ha spiegato la Procura, fossero state sottovalutate dagli stessi arrestati, resta un fatto: la concatenazione di eventi mai visti prima d’ora (il cavo tranciato, la disattivazione dei freni) e una sfida lanciata in barba alle severissime regole del settore. L’Italia si è sempre distinta per un sistema ferreo di controlli, un primato unico in tutta Europa, ed è proprio la levata di scudi di chi gestisce questo tipo di impianti a colpire, il giorno dopo la scoperta della verità.

Quasi si fosse trattato di un tradimento, di un inganno. Non solo (e innanzitutto) per le vittime e per i sopravvissuti, per le loro famiglie e per le comunità che li piangono. La ferita brucia soprattutto a chi ha fatto del lavoro in sicurezza un principio da rispettare solennemente. «Siamo noi funiviari i primi che vanno sulle funivie, la sicurezza è nostra, prima ancora che vostra. Non siamo una banda di delinquenti» ha detto Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari. È il capitale della fiducia a essere stato intaccato. Tutto il resto, a cominciare dal profitto, viene dopo. Eppure, pare essere questo il rischio (non) calcolato di questa travagliata ripresa post-pandemica: mettersi a correre per recuperare gli utili perduti, trovare nel fatturato la ragione di vita per chi ha sofferto mesi e mesi di chiusure forzate.

Abbiamo già avuto modo di dirlo nei giorni che seguirono alla morte di Luana in una fabbrica tessile in Toscana e l’attenzione spasmodica alle vittime sul lavoro lo dimostra. Occorre vigilare come non mai in questa fase, perché la sensazione di un allentamento dell’attenzione, nei comportamenti richiesti ai lavoratori, si è diffusa un po’ ovunque: nei cantieri, nei campi, negli stabilimenti produttivi. Il senso di insicurezza va combattuto con norme e indicazioni all’altezza e nulla, anche nei provvedimenti presi con l’obiettivo nobile di rilanciare l’economia e la crescita del Paese, può essere dato per scontato. Non si può giocare al ribasso, non sono ammessi calcoli quando in gioco c’è la quotidianità delle persone: spostarsi, lavorare, divertirsi. Sembra l’"abc", ma niente può essere dato per scontato in tempi come questi.