Attualità

Elezioni. Liste autonome o partiti: scelte e risultati nel mondo cattolico

Marco Iasevoli giovedì 7 ottobre 2021

Lo spoglio delle schede elettorali in un seggio a Bologna per queste amministrative

La sensazione è che nelle grandi città i laici credenti abbiano messo in campo una presenza più diffusa e, soprattutto, più organizzata. Un segno nuovo, una volontà di impegno più esplicita, che dei primi frutti li ha dati - e per frutto in politica si intendono, pragmaticamente, gli eletti - e altri promette di darne. Ma che ha anche evidenziato nodi e problemi irrisolti, soprattutto quel rapporto complesso tra teoria e pratica, tra principi e raccolta del consenso. I modelli sono due: liste autonome con una propria identità che partecipano a coalizioni larghe; gruppi e reti che con "candidati di bandiera" provano a farsi spazio dentro la vita dei partiti. Due modelli che coesistono e che probabilmente resteranno in piedi anche quando scenderà in campo nelle competizioni elettorali "Insieme": la rete nazionale di ispirazione cristiana ha deciso di non partecipare a queste amministrative e segue una strada alternativa rispetto a quella del nuovo bipolarismo emerso nelle città (con la complicità ovviamente del sistema di voto per i sindaci, mentre non è ancora chiaro con quale legge elettorale si voterà per il Parlamento nel 2023).

Sulla strada delle liste autonome, con proprio simbolo e identità, fa un passo avanti nel percorso di crescita PER le Persone e la comunità. La rete campana degli ex responsabili di Azione cattolica Nicola Campanile e Giuseppe Irace, che ha esordito alle scorse Regionali incassando 26.500 voti, si è presentata a Napoli nell’ampia coalizione a sostegno di Gaetano Manfredi. Con 6mila preferenze cittadine e circa 7.500 nelle Municipalità e un risultato finale dell’1,84%, "Per" elegge sette consiglieri circoscrizionali. Mentre per Irace - 1.750 preferenze personali - l’ingresso a Palazzo San Giacomo sfuma di poco. Il primo consigliere comunale "Per" lo elegge però a Salerno, dove la lista, sempre inserita nel centrosinistra, arriva al 2,41%.

A Roma il risultato di Demos - rete guidata da Mario Giro e in cui confluisce l’anima "politica" della Comunità di Sant’Egidio - sembra essere legato all’esito del ballottaggio. Paolo Ciani, consigliere regionale e sorprendente terzo alle primarie che hanno indicato Roberto Gualtieri per il Campidoglio, avrebbe una chance di entrare in Consiglio comunale in caso di vittoria del centrosinistra, eventualmente lasciando il posto alla seconda per preferenze, Barbara Funari. La lista prende 9.600 voti e lo 0,95%, davanti a simboli "storici" come Verdi e Socialisti. A Napoli Demos ha candidato nella lista del sindaco Manfredi la coordinatrice regionale Roberta Gaeta, che però non ha preso il seggio nonostante 1.075 preferenze. La rete politica ha contribuito a eleggere un consigliere di opposizione a Novara, mentre a Torino - dove è confluita nella lista di Lo Russo - aspetta l’esito del ballottaggio per sapere se potrà intestarsi un seggio a Palazzo Civico. Una possibilità per un consigliere comunale in quota Demos ci sarebbe a Milano, se il sindaco Sala dovesse chiamare in giunta dei neo-eletti.

Per il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi non funziona il test in solitaria a Roma: 1.634 voti di lista (0,16%) e 2.055 per la candidata a sindaco Fabiola Cenciotti. A Torino il Pdf nella coalizione di centrodestra fa lo 0,44% con 1.320 voti di lista, non sufficienti ad entrare in consiglio comunale anche in caso di vittoria di Damilano al ballottaggio. Adinolfi però rivendica il contributo dato alla lista "Napoli capitale", che ha espresso un consigliere comunale, e alle liste che hanno portato un eletto a Pianezza, Busto Arsizio e Gallarate. Non supera la tagliola del 4% la lista composta in Calabria insieme a Noi con l’Italia, che si ferma al 3,04% corrispondente a 23.138 voti.

Sul fronte invece dei candidati nei partiti "tradizionali" provenienti dal mondo cattolico, le esperienze principali sono a Milano e Torino. Nel capoluogo lombardo eletti con ottimi riscontri Gabriele Rabaiotti della lista Sala e tre esponenti dell’associazionismo cattolico candidati dal Pd: la scout e prima donna per preferenze Anna Scavuzzo (già confermata vicesindaco), l’operatore Caritas Marco Granelli, Roberta Osculati (una lunga esperienza in Azione Cattolica). Anche nel centrodestra i cattolici riescono a farsi spazio a Palazzo Marino: Matteo Forte nell’area di Maurizio Lupi e Deborah Giovanati con la Lega, entrambi con una storia in Comunione e Liberazione.

A Torino l’area cattodem coordinata dal parlamentare Stefano Lepri incassa un consigliere comunale (Vincenzo Camarda) e dodici eletti nelle circoscrizioni, mentre l’elezione di Amalia Santiangeli a Palazzo Civico è subordinata al risultato di Lorusso al ballottaggio. I cattodem torinesi esprimeranno anche uno dei tre presidenti di circoscrizione del Pd, l’ex "fucino" Luca Rolandi.