Attualità

Migranti. Ventimiglia, un centro per minori stranieri da Caritas e Save the Children

Luca Liverani venerdì 26 marzo 2021

Una pausa di serenità, svago e gioco. Un'area per poter tornare a essere bambini, dopo viaggi lunghi, pericolosi e sfiancanti. E allo stesso tempo un luogo per i genitori, dove poter segnalare eventuali vulnerabilità e bisogni e accedere ai servizi. Con queste finalità a Ventimiglia, Save the Children e Caritas Intemelia hanno allestito uno spazio "a misura di bambino", con una tensostruttura per le attività con le famiglie in transito e figli piccoli. L’intervento, promosso da Save the Children e da Caritas Intemelia - onlus promossa dalla Caritas di Ventimiglia-Sanremo da più di 25 anni impegnata con le persone più fragili nel Ponente ligure - vuole offrire un luogo protetto per permettere ai più piccoli di giocare, socializzare, apprendere ed esprimersi nonostante il contesto d’emergenza.

Foto Save the Children

L’aumento dei flussi via mare e degli arrivi dalla rotta Balcanica, infatti, hanno reso fondamentale rafforzare l’attività di supporto rivolta ai minori in nucleo familiare, mediante l’allestimento degli Spazi a Misura di Bambino nei luoghi di maggiore transito di migranti. Nelle prime settimane di apertura dello spazio a Ventimiglia, allestito dal 10 marzo nel cortile interno della sede della Caritas, i minori - da quelli di pochi mesi ai 17 enni - sono stati coinvolti in giochi di ruolo e finzione, di movimento, disegni. Gli adulti che li accompagnavano hanno beneficiato di colloqui specializzati e accesso ai servizi della Caritas.
Se non basta la mediazione in loco, Save the Children mette a disposizione del progetto il supporto telefonico della propria “Helpline Minori Migranti” (800 14 10 16 e 351 220 20 16) dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17:30. Le famiglie aiutate finora provenivano per lo più da Afghanistan, Nigeria, Algeria, Iraq, Somalia, Guinea, Sudan, Costa d’Avorio. Educatori adeguatamente formati e mediatori culturali svolgono attività educative e ludico-ricreative.

Foto Save the Children

Ventimiglia non ha mai smesso di essere città di arrivo e transito di persone migranti, provenienti dalla rotta balcanica o dalla frontiera sud, che giungono al confine nel tentativo di attraversare la frontiera con la Francia per raggiungere gli altri Paesi europei. I numeri variano nei mesi, ma non si sono mai azzerati. Il team di Save the Children, presente sul territorio in modo costante dal 2018, solo nel 2020 è entrato in contatto con circa 200 minori stranieri non accompagnati e ha supportato nella città di Ventimiglia, con interventi all’interno del Campo Roja (fino alla data della sua chiusura), 42 nuclei familiari con 81 minori accompagnati. Molte famiglie con bambini che il team di Save the Children ha incontrato hanno riferito di essere state respinte alla frontiera dalle autorità francesi, in alcuni casi più di una volta, cosa confermata anche dai minori non accompagnati che hanno affermato di essere stati rimandati indietro, nonostante avessero dichiarato la propria minore età e senza che il proprio diritto alla protezione venisse considerato.

Migliaia di migranti hanno usufruito in questi anni dei servizi della Caritas Intemelia: pasti, abbigliamento, visite mediche e consulenza legale. Dopo la chiusura del Campo Roja il 31 luglio 2020, non vi è alcun servizio di accoglienza formale per migranti in transito, neppure per i minori stranieri non accompagnati, al momento costretti ad accamparsi in città. Questo nuovo servizio si integra con l'accoglienza notturna per famiglie in transito avviata a novembre da parte di Caritas Intemelia, Diaconia Valdese e WeWorld grazie a due alloggi messi a disposizione dalla Diocesi di Ventimiglia-Sanremo.

Foto Save the Children

«Anche in vista di un possibile aumento dei flussi in primavera, è indispensabile potenziare la rete di accoglienza e protezione per garantire i diritti fondamentali di tutti i minori, così come sanciti dalla legislazione sovranazionale e italiana», spiega Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-UE di Save the Children. «I minori , con le famiglie o soli, sono tra i più vulnerabili. È necessario, nell’ambito della riforma del sistema di asilo europeo, prevedere meccanismi di tutela, creando vie sicure e regolari di accesso al territorio dell’Ue, relocation obbligatorie tra Stati e il superamento del sistema Dublino, tra le principali cause dei cosiddetti “movimenti interni” con rischi per i più vulnerabili», conclude Raffaela Milano.