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TARANTO. Ilva, Napolitano firma dl Verso guerra di poteri

martedì 4 dicembre 2012
​Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha emanato il decreto legge recante "disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale" nel testo trasmesso oggi dalla Presidenza del Consiglio. È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi, n. 282, il decreto legge legato sull'Ilva, dal titolo "Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale". Il decreto - consultabile sul web - si compone di cinque articoli ed è già in vigore. Il decreto prevede che il ministro dell'Ambiente "può autorizzare, in sede di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale, la prosecuzione dell'attività produttiva per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi". L'indicazione temporale è una novità rispetto al decreto legge del governo in cui non si faceva riferimento a scadenze.PM: QUESTIONE COMPLICATAAvete deciso che cosa fare? "È opportuno che noi non ci pronunciamo. La questione è complicata". Così il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci fossero decisioni sulle strade che la magistratura intende intraprendere sul decreto legge sull'Ilva.La Procura ionica sta valutando due strade: chiedere al giudice che sia proposta una questione di legittimità costituzionale del decreto legge o sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto. L'occasione potrebbe essere l'udienza del 6 dicembre prossimo dinanzi al tribunale del Riesame sulla richiesta dell'Ilva di dissequestrare il prodotto finito e semilavorato giacente sulle banchine del porto, al quale sono stati posti i sigilli il 26 novembre scorso. Al procuratore Sebastio è stato anche chiesto come si stia affrontando la questione: "Siamo cinque colleghi - ha risposto - che lavoriamo".CLINI: ESTESE NORME RISANAMENTO A TUTTE EMERGENZESi rafforzano le norme per imporre il risanamento ambientale alle industrie più inquinanti, estendendo il "modello Ilva" a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. Lo prevede il testo finale del decreto "salva-Taranto" firmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella stesura finale del decreto legge, afferma il ministero dell'Ambiente, "il testo estende a tutte le imprese di interesse strategico nazionale con più di 200 addetti, gli impegni al disinquinamento compresi il ricorso a sanzioni (fino al 10% del fatturato) e l'adozione di provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza, e "rappresenta - osserva Clini - non solo una risposta responsabile all'emergenza innescata dalla situazione dell'Ilva, ma indica una via replicabile in analoghi casi ove si ravvisino gravi violazioni ambientali e condizioni di pericolo per la salute pubblica". "Il decreto - conclude il ministero - ora rafforza il ruolo dell'autorizzazione integrata ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare dall'acciaieria Ilva di Taranto".COMITATO LAVORATORI, DECRETO ILLEGALE:È un "decreto legge illegale che richiede all'Ilva di adottare le disposizioni di un aggiornamento illegale di un'Aia illegale". Lo sottolinea in una nota il Comitato 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti', del quale fanno parte numerosi dipendenti dell'Ilva, riferendosi al provvedimento del Governo che consente all'azienda di continuare a produrre nonostante il sequestro degli impianti dell'area a caldo disposto dalla magistratura. "Attuare l'Autorizzazione Integrata Ambientale - aggiunge il Comitato - non dimostrerebbe che la situazione di pericolosità degli impianti sia venuta meno. Per questo motivo non è possibile continuare da subito l'attività produttiva ma è necessario prima realizzare gli interventi di adeguamento degli impianti indispensabili per garantire la tutela dell'incolumità dei lavoratori e della popolazione locale e l'interruzione dell'attività criminosa per la quale proprietà e management dell'Ilva sono agli arresti". "Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti - prosegue la nota - coglie l'occasione per ribadire che lavoro, salute, reddito e ambiente sono diritti imprescindibili dalla macchina capitalistica di Stato che sta permettendo un'eccezione alla costituzionalità per ragioni puramente economiche e monetarie". I liberi e pensanti invitano "tutta la cittadinanza a partecipare alla manifestazione per una Taranto libera che si terrà sabato 15 dicembre nelle strade della città". "Partecipiamo tutti - conclude il Comitato - alle scelte del nostro futuro".GIP CONFERMA CARCERE PER EX DIRIGENTE ARCHINÀ Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata da Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva. Questi è stato arrestato il 26 novembre scorso per corruzione nell'ambito dell'inchiesta 'Ambiente svenduto'. Archinà era stato 'licenziato' tre mesi fa dall'azienda dopo che, dall'inchiesta per disastro ambientale, era emerso un episodio di presunta corruzione che coinvolgeva l'ex consulente della procura Lorenzo Liberti, al quale Archinà avrebbe consegnato una busta contenente la somma di 10.000 euro in cambio di una perizia 'addomesticata' sull'inquinamento dell'Ilva. Lo stesso Liberti e l'ex presidente dell'Ilva Emilio Riva sono ai domiciliari. La detenzione in carcere è stata disposta dallo stesso gip per il vicepresidente di Riva Group Fabio Riva, tuttora irreperibile, e l'ex direttore dell'Ilva di Taranto Luigi Capogrosso