Attualità

Il vescovo di Cefalù. «La Sicilia nega il pane ai suoi giovani»

Franco Mogavero sabato 9 settembre 2023

Il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante con un gruppo di giovani della diocesi

Il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante ritorna a dialogare con i giovani che lasciano la Sicilia. Lo fa con una lettera dalla quale emerge l’empatia del pastore: «Provo solo a immaginare quale possa essere la variegata schiera di sentimenti, più o meno celati, che si annida nei vostri cuori nel lasciare genitori, fidanzati, amici, luoghi e pezzi di vita; pezzi di anime e di storie. Penso a un intreccio di amarezza, rabbia, tristezza e sconforto verso una terra che, pur restando madre, non sa darvi più da mangiare, da vivere». Siamo di fronte a «una piaga sociale, economica, culturale, politica, ecclesiale e pastorale». Nei confronti della quale «ci manca forse il coraggio di una sinodalità progettuale e operativa, che sappia unire ogni istituzione presente nel territorio verso progetti che prendano le distanze dal lavoro nero, sottopagato, “raccomandato”. Dalle diverse e infruttuose forme di assistenzialismo “caritativo” che mascherano la dignità del lavoro e della persona».
Monsignor Marciante invita i giovani in partenza a non lasciarsi «abbattere dai facili commenti di coloro che, accecati dal successo, hanno dimenticato la loro terra; di giudici improvvisati che, dall'alto dei loro scranni, emettono facili sentenze; di chi vi considera dei fannulloni». Ringraziandoli perché «ci date una lezione di coraggio, di onestà, di “pulizia”; ci insegnate che la legalità apre la via alla speranza». Il testo si conclude con una metafora tutta sicula: «Cari giovani, voi mi ricordate la ginestra e i suoi fiori. Quella pianta di leopardiana memoria che sa lottare per crescere. Quella pianta che non si spezza mai neanche di fronte ai venti più violenti. Quella pianta i cui fiori profumano sempre».