Attualità

Il processo. Casa a Montecarlo, chiesti otto anni per Gianfranco Fini

Alessia Guerrieri lunedì 18 marzo 2024
Quello di ieri potrebbe essere il penultimo atto della vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini per un acquisto di una casa a Montecarlo. Perché dopo l’udienza di ieri, tutto è rinviato al 18 aprile, giorno in cui potrebbe arrivare la sentenza. Lui continua a ripetere di essere «completamente estraneo agli addebiti» e di avere «fiducia nella giustizia», nonostante «sia scontato che la pubblica accusa chieda la condanna». Per l’ex segretario di An, infatti, i pm di Roma hanno chiesto 8 anni (l’avvocatura di Stato che lo difende punta invece sull’assoluzione), 9 anni per la compagna Elisabetta Tulliani, 10 anni per il fratello di lei Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio Tulliani per l’accusa di riciclaggio, dopo che nell'udienza del 29 febbraio scorso i giudici avevano dichiarata prescritta l'accusa di associazione a delinquere (fattispecie contestata ad altri imputati, ma non a Fini) ed esclusa l'aggravante della transnazionalità.

La vicenda risale al 2009 ed ha al centro la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l’accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un’operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell’immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari. Poco prima dell’intervento della procura, nelle dichiarazioni spontanee, Elisabetta Tulliani ha sostanzialmente preso le distanze dal fratello. «Ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo», l’esordio. Aggiungendo poi di non aver mai detto a Fini «la provenienza di quel denaro, che ero convinta fosse di mio fratello. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita. Spero di avere dato con questa dichiarazione un elemento per arrivare alla verità».

Ansa

Gianfranco Fini ha sempre sostenuto di essere stato «ingannato» da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta e di aver scoperto solo dopo anni che il proprietario della casa era Tulliani e che parte dell’immobile era anche della sorella. L’appartamento monegasco, secondo le indagini, sarebbe stato acquistato da Tulliani junior grazie ai soldi del “re delle slot” Francesco Corallo (per cui a febbraio è scattata la prescrizione) attraverso due società costituite ad hoc. Il coinvolgimento di Fini nell’inchiesta è legato proprio al suo rapporto con Corallo. Un rapporto, per la Procura, che sarebbe alla base del patrimonio dei Tulliani.