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MAGGIORANZA AL BIVIO. Il premier accetta la sfida di Fli: coesione

Pier Luigi Fornari giovedì 4 novembre 2010
Da 15 leggi al mese, a 12 e, infine, ad appena 6. È la storia di un vistoso rallentamento della produttività parlamentare, segnato anche da un preoccupante ridimensionamento delle leggi di iniziativa di senatori e deputati. I dati emergono ripercorrendo – documenti alla mano – l’attività tra la XIII legislatura (1996-2001), la XIV (2006-2008), per terminare appunto con le 6 leggi al mese della attuale, la XVI. Non è significativo invece il confronto con la XV, durata poco più di un anno e mezzo, con il governo Prodi messo sotto scacco dai contrasti fra le numerose componenti della sua coalizione. Risulta, inoltre che delle leggi approvate in questa legislatura 156, pari all’83%, vengono dal governo, e solo 30 (15%) dal Parlamento e 3 sono d’iniziativa mista. Anche in questo caso il confronto con le precedenti legislature indica una peggioramento. Infatti la creatività di deputati e senatori nella XIII diede vita al 19% delle leggi, nella XIV al 20%. Da notare, peraltro, che nella attuale legislatura le proposte di iniziativa parlamentare impiegano mediamente 263 giorni per essere approvate, mentre quelle che vengono dall’esecutivo 99. Camere dunque a rilento, appesantite da numerose incombenze procedurali, ma pressoché paralizzate anche, dall’inizio dell’estate, dalla rottura dei finiani con il Pdl. È la fotografia del lavoro di Montecitorio e Palazzo Madama negli ultimi mesi. Una istantanea scattata a oggi, nella quale balza agli occhi anche il tema giustizia, divenuto terreno di confronto critico nella maggioranza. In particolare nella commissione competente della Camera, presieduta dalla futurista Giulia Bongiorno, è in atto un sostanziale blocco di un importante provvedimento: la legge sul fine vita, ferma in Affari sociali in attesa del parere della Giustizia. La Bongiorno in una sua relazione ha espresso radicali critiche, tutte improntate al dogma della autodeterminazione.Sta di fatto che, ad oggi, le leggi approvate nell’anno sono 59, ma i provvedimenti di ratifica di decreti legge fanno la parte del leone, riducendo ad una quota minima gli articolati di iniziativa parlamentare. Nel corso di tutta la XVI legislatura i ddl varati dalle Camere sono 189, di essi le leggi di ratifica di accordi internazionali sono quasi il 40%, a cui si aggiunge l’uno per cento circa di norme comunitarie. In genere, si riscontra un pesante rallentamento rispetto alla XIV legislatura, l’ultima suscettibile di un confronto significativo. L’arco di tempo che abbracciò il Berlusconi II e il Berlusconi III, infatti, durò 59 mesi con una produzione legislativa di 686 leggi, corrispondente ad una media di 11, 6 leggi al mese. Nel corso dei 30 mesi della XVI invece la media è di 6,3 leggi ogni 30 giorni. Da registrare inoltre che nei primi trenta mesi di attività parlamentare le sedute di aula della XIV legislatura ammontavano complessivamente, tra Camera e Senato, a 867 mentre nell’arco di tempo corrispondente della XVI sono state 810. Sempre meglio, anche se di poco, la XIV anche per le sedute complessive (aula e commissione) 14.178 contro 14.129.Un altro indice depone a favore dei primi trenta mesi della XIV: in quel periodo le proposte di legge di iniziativa parlamentare sono state pari al 18% degli articolati presentati, nei primi trenta mesi della XVI il 15%. Inoltre nei 900 giorni iniziati il 30 maggio 2001 occorrevano mediamente 39,5 ore di attività parlamentare per arrivare al sì finale di una legge, mentre nell’arco di tempo corrispondente della XVI ne occorrono 61,1.