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Usa. Diritti e Cina, i "consigli" di Biden a Meloni. La gag: fai venire qui tua figlia

Marco Iasevoli sabato 29 luglio 2023

Dossier internazionali, affari, accordi. Ma anche «consigli». Durante i 60 minuti di colloquio di giovedì alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha offerto alla premier Giorgia Meloni dei suggerimenti quasi “fuori verbale”. Su due temi in particolare. La Cina. E i diritti, sia in generale sia con riferimento alla comunità Lgbtq+. La stessa Meloni, nella notte tra giovedì e venerdì, in una conferenza stampa convocata presso l’ambasciata italiana a Washington, ha detto che Biden «ha fatto un riferimento al tema degli Lgbt parlando delle divisioni della politica, ma nessuno mi ha fatto domande su questo». Biden, sulla questione, avrebbe rivolto un consiglio specifico alla premier italiana a tenere in considerazione anche l’opinione pubblica internazionale. Un suggerimento che un leader esperto dà a una giovane premier verso cui nutre simpatia, spiega chi ha avuto modo di assistere allo scambio di battute.

Un passaggio veloce, non centrale. Anche se ieri la stampa statunitense ha dedicato ancora ampio spazio alle posizioni del governo italiano sui diritti. «Sulle trascrizioni non ho cambiato la legislazione che già esisteva, la legge sul reato universale di utero in affitto è di iniziativa parlamentare», aveva ulteriormente specificato Meloni durante la conferenza stampa successiva all’incontro con Biden. Le stesse considerazioni con cui la premier aveva risposto al primo ministro canadese Trudeau durante il G7 giapponese, anche se in quella circostanza l’affondo del leader nordamericano era stato molto più aggressivo rispetto a quello adottato da Biden.

Consigli, il presidente Usa, ne ha dispensati anche sulla questione cinese. Ma qui, prima ancora dei report ufficiosi, fa fede il testo della dichiarazione congiunta rilasciata dai due leader. «Gli Stati Uniti e l’Italia si impegnano a rafforzare consultazioni bilaterali e multilaterali sulle opportunità e le sfide poste dalla Cina». Un patto di consultazione di fatto, per cui l’Italia, si presume, terrà al corrente l’alleato americano circa la decisione sul rinnovo e meno dell’accordo sulla “Via della Seta”, che scade a dicembre. Biden ha incoraggiato Meloni a recarsi a Pechino, nell’interesse nazionale. Ma avrebbe anche ricordato, viene riferito, che questi accordi portano a una penetrazione profonda di Pechino nelle economie nazionali. Nella conferenza stampa tra giovedì e venerdì notte, però, Meloni ha voluto ribadire l’autonomia italiana sulla decisione e ha confermato una missione a Pechino, probabilmente a novembre. Intanto, il giornale del Partito comunista continua a pressare Roma. Nel terzo articolo in quattro giorni, il Global Times avverte l’Italia: «Ha sbagliato i conti se pensa di ottenere qualcosa dagli Usa sacrificando la Via della Seta». Roma lavora a uno svincolo formale dall’intesa ma mantenendo intatti i rapporti commerciali.

Tra i dialoghi “fuori verbale” tra Biden e Meloni, anche un “rimbrotto” bonario del presidente Usa alla premier per non aver portato la figlia Ginevra - sbarcata negli States con la mamma - alla Casa Bianca. Il presidente ha insistito perché la bambina, impegnata in un programma privato nella capitale americana, potesse fare un tour nel luogo simbolo degli Stati Uniti. Tuttavia, entrambi gli staff hanno ritenuo impraticabile la proposta. Un'attenzione da "nonno" che ha impressionato positivamente chi ha assistito anche a questi momenti meno formali del bilaterale.

Ieri per la premier tre impegni. Di mattina, la visita al Cimitero di Arlington, dove Meloni ha reso omaggio agli italiani sepolti, con una visita alla tomba del tenente Bartolucci Dundas, medaglia di bronzo al valore militare. Nel pomeriggio, presso Villa Firenze, residenza dell’ambasciatrice Mariangela Zappia, due ore di colloquio con Henry Kissinger, ultracentenario, storico segretario di Stato. A tema, Ucraina e Cina. Il faccia a faccia con Kissinger non era nel programma iniziale ed ha rappresentato una sorpresa. Il diplomatico di lunghissimo corso è da poco tornato da un viaggio a Pechino. La sua decisione di conoscere la premier italiana di persona è stata immediatamente rivendicato dallo staff di Giorgia Meloni come un risultato importante della missione negli Usa. Per la premier si è trattato, spiega Palazzo Chigi, dell'incontro con "una delle menti più lucide, punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia". "Ringrazio Kissinger per il prezioso tempo che mi ha dedicato, è stato un privilegio e un onore dialogare con lui sui temi della contemporaneità", ha detto la premier.

In serata, ancora a Villa Firenze il ricevimento con ospiti i dirigenti di importanti imprese Usa. Attese tra le altre Spotify, Amazon, Microsoft. L’invito di Roma: «Venite a investire in Italia». Giovedì, alla Casa Bianca, la premier ha inoltre interpellato la segretaria al Commercio Usa per cercare lo sblocco del negoziato per gli investimenti di Intel. Ancora restando sul fronte economico, nel comunicato congiunto è emerso il sostegno Usa alla candidatura di Roma a Expo 2030.

Prima del ricevimento ufficiale a Villa Firenze, Meloni ha incontrato anche Kristalina Georgieva, direttore del Fondo monetario internazionale. "Abbiamo scambiato qualche battuta sul G7" a guida italiana nel 2024 "e naturalmente anche sulla Tunisia", ha detto la premier al rientro nel suo hotel a Washington. L'Italia pressa sul Fmi perché sblocchi le risorse per Tunisi, condizionate però dalla realizzazione di riforme che la comunità internazionale chiede al presidente Saied.