Attualità

I. Il doppio segnale Ue: Roma riparte solo se usa meglio i soldi pubblici

domenica 27 marzo 2016
sulla natalità? Si comprendono dunque meglio i richiami delle istituzioni Ue e della Bce a lavorare di più sulla spesa pubblica, a riordinarla verso i bisogni più concreti della società. È questa la gamba che manca alla timida ripresa italiana nella già debole ripresa europea e globale. A maggior ragione alla luce del fatto che Renzi e Padoan, sul fronte degli investimenti pubblici, stanno mantenendo le promesse: il primato nell’utilizzo del piano Juncker dimostra che Roma fa sul serio. L’incrocio tra il monitoraggio del piano Juncker ed Eurostat offre dunque al governo provocazioni e conferme. La provocazione è non aver paura di lavorare sulla spesa con la stessa sfrontatezza (poi il giudizio di merito può variare) con cui si è lavorato sulle riforme. La conferma è che alcune linee d’indirizzo (i dati Eurostat sono relativi al 2014, ai primi mesi dell’esecutivo Renzi) sono giuste: l’investimento avviato negli ultimi mesi in cultura e sulla scuola, ma anche le sferzate alla stessa Bruxelles perché stimoli la crescita. Marco Iasevoli © RIPRODUZIONE RISERVATA