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Laura Boldrini. Meno arrivi con più morti: il "decreto naufragi" va ritirato subito

Arturo Celletti sabato 14 gennaio 2023

«Ritirate subito questo decreto. La legge del mare è salvare vite, non potete oscurare principi antichi quanto l’uomo. Non potete cancellare quei valori che sono nel Dna del nostro Paese: la generosità, l’accoglienza». Laura Boldrini, deputata del Pd e da sempre in prima linea sui diritti e sul tema dei migranti, chiama in causa direttamente Giorgia Meloni e Matteo Piantedosi, presidente del Consiglio e ministro dell’Interno: «Questo è un decreto naufragi. Non c’è possibilità di correggere. C’è solo la strada del ritiro».

Il decreto si chiama disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
Una definizione mistificatoria. Gestione dei flussi è un’altra cosa. È cambiare la legge Bossi-Fini, è individuare sponsor per la ricerca di lavoro, è fare un decreto-flussi che risponda alla domanda del mondo produttivo, è stringere accordi con i Paesi di provenienza. Con questo decreto invece si fa altro: i naufragi diventano uno strumento di contenimento degli arrivi.

Non sta esagerando?
No, non sto esagerando. Il risultato di questo decreto è drammaticamente chiaro: più morti, meno arrivi. E drammatico è l’accanimento del governo contro le Ong. Chiamo questo decreto “naufragi” perché costringere una nave che salva a fare mille chilometri prima di entrare in un porto vuol dire solo sguarnire il mare da chi presta soccorso. Ma io so perché lo fanno...

Immagino che sia pronta a spiegarcelo.
Vogliono distrarre l’opinione pubblica dai temi che necessitano risposte immediate. Bisogna contenere l’inflazione, fare i conti con la produttività che crolla, arginare il caro benzina e il caro bollette. Ci sono questioni che scuotono il Paese e invece non sapendo come affrontarle usano l’immigrazione come arma di distrazione.

Le opposizioni sono tutte su questa linea?
È iniziato il dibattito in Commissione. L’unità c’è ed è per contrastare questo decreto che viola i principi contenuti in tutte le convenzioni internazionali.

Se toccava a lei decidere come si sarebbe mossa?
C’è una sola strada possibile: una missione europea di salvataggio. Una “Mare nostrum” con navi degli Stati membri della Ue. E invece Giorgia Meloni manda il ministro degli Esteri a trattare con regimi illiberali come Libia e Turchia per fermare le partenze. Un errore politico imperdonabile: è grave legarsi le mani con regimi di questo tipo.

Con la Libia non si deve parlare?
Certamente non si devono dare soldi alla Guardia costiera libica che prende i migranti in mare e li riporta nei campi di tortura. Serve finirla con la propaganda. Serve dire che solo un migrante su dieci arriva con le navi delle Ong. Ma mi faccia dire ancora una cosa...

Spieghi...
Le Ong hanno cominciato a salvare vite quando gli Stati hanno rallentato il loro impegno. È quindi un lavoro di supplenza.

I centri di accoglienza sono al collasso?
Le associazioni che ho appena incontrato mi dicono che non è vero. Nei Comuni ci sono tra il 10 e il 20 per cento di posti ancora disponibili. Ma il vero tema è che fare accoglienza diventa quasi impossibile. Molte associazioni non partecipano più alle gare, i bandi vanno deserti e questo perché la cifra che danno per la gestione dei centri basta neanche a coprire le spese essenziali. Anche su questo bisogna intervenire.