Attualità

Il caso. Il Cavaliere: «Sarò in lista alle Europee»

sabato 15 marzo 2014
Convocati i comizi elettorali da parte del Vimi­nale per il 25 maggio, esplode immediata­mente la polemica su una eventuale candida­tura di Silvio Berlusconi al Parlamento europeo. È lo stesso Cavaliere a confermare: «Sarò felice di essere in campo nelle 5 circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 e i 700.000 voti ciascuna. Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea». Il fido Giovanni Toti spiega la strategia: mettere Ber­lusconi a capolista, lasciando poi al Parlamento euro­peo di fare le proprie valutazioni se convalidare o me­no la sua elezione nell’emiciclo di Strasburgo. Le rea­zioni non tardano ad arrivare. Vannino Chiti (Pd) ac­cusa: «In Germania il presidente della squadra di cal­cio del Bayern Monaco è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere per frode fiscale e ha anche ri­nunciato all’appello. In Italia la condanna per frode fi­scale sembra possa costituire titolo di merito per can­didarsi alle elezioni europee». Mentre il vicepresiden­te vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella (an­che lui Pd) avverte: «Berlusconi e Toti si rassegnino. E­siste una legge dello Stato italiano, l’art.4 della legge Severino, che prescrive chiaramente che i condanna­ti in via definitiva non possono essere candidati né al Parlamento italiano né tantomeno a quello europeo». Anche da Scelta Civica arriva lo stop. Dice il presidente dei senatori Gianluca Susta: «Berlusconi alle Europee? Non lo consente la legge. Non ha diritti politici». Toti ribatte: «Vogliamo impedire al leader del più grande partito democratico di correre per le elezioni? E allo­ra c’è una paura di fondo: finché Silvio Berlusconi re­sta in campo vince». Mentre il Cavaliere torna sulle sue vicissitudini giudiziarie: «La soluzione di inviarmi ai servizi sociali è la più ridicola».