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La denuncia. Roma, disabile vola dalla finestra di casa durante un controllo di polizia

Luca Liverani lunedì 12 settembre 2022

Un uomo di 36 anni, sordomuto e incensurato, è volato dalla finestra della sua camera nel quartiere periferico di Primavalle il 25 luglio scorso, mentre la polizia era in casa per controllargli i documenti di identità. Ricoverato al Gemelli per la frattura di entrambe le braccia e varie lesioni provocate dal volo di nove metri, dopo un intervento al volto è ancora in coma vigile dopo 50 giorni, anche se non in pericolo di vita. La sorella minore, trentenne disabile psichica, testimone oculare, racconta di una colluttazione: in casa una porta sfondata, il termosifone sotto la finestra parzialmente divelto dal muro, un manico di scopa spezzato, tracce di sangue. Nei giorni precedente su Facebook e nel quartiere circolavano voci su presunte molestie del giovane a danno di alcune ragazze. Una vicenda opaca, sulla quale la Polizia di Stato non ha ancora fornito alcuna versione ufficiale, con troppi interrogativi tutti da chiarire. Gli Omerovic, una famiglia rom assegnataria da tre anni di una casa popolare in buoni rapporti col vicinato, ha depositato una denuncia, su cui la procura ha aperto un fascicolo, per ora verso ignoti, per tentato omicidio volontario in concorso. L'indagine è stata affidata al pubblico ministero Stefano Luciani, che ha sequestrato il bastone spezzato e i panni insanguinati.

A denunciare la grave vicenda è l'Associazione 21 luglio e il deputato di +Europa Riccardo Magi che ha depositato un'interrogazione a risposta scritta al ministero dell'Interno. Il caso è stato illustrato stamattina nella sala stampa della Camera dei Deputati da Carlo Stasolla, portavoce della 21 luglio, dall'onorevole Magi, dalla mamma di Hasib, Fatima Omerovic Sejdovic e dagli avvocati Susanna Zorzi e Arturo Salerni. E dopo la conferenza stampa il Dipartimento della Pubblica Sicurezza fa sapere che il capo della Polizia, Lamberto Giannini, sta seguendo «in prima persona gli accertamenti che la questura di Roma sta effettuando per far luce su quanto accaduto con la massima trasparenza, garantendo una costante collaborazione» alla procura. Secondo la ricostruzione della famiglia, Hasib il 25 luglio, sordomuto ma autonomo e indipendente, era solo in casa, rimasto per vigilare sulla sorella disabile, mentre i familiari erano fuori. La mamma verso le 13,30 riceve una chiamata da una vicina: «Tornate subito, Hasib ha avuto un incidente». Al telefono interviene un agente di polizia: «Si è rotto un braccio, è al Gemelli». La famiglia si precipita al policlinico dove trova il giovane in prognosi riservata.

Recatisi al commissariato di Primavalle, i familiari non ricevono chiarimenti sul perché della visita di numerosi agenti, in borghese e in divisa, quattro in casa e probabilmente altrettanti al portone, ma solo vaghe spiegazioni. Nessun verbale, nessun documento ufficiale. Un paio di agenti - informalmente nell'atrio del posto di polizia - spiegano di essersi recati all'appartamento per controllare i documenti. Hasib si sarebbe chiuso in camera e gettato dalla finestra. Diversa la versione della sorella Sonita, citata nell'interrogazione parlamentare: «Ho aperto la porta e una donna e degli uomini vestiti normalmente sono entrati, la donna ha chiuso la serranda del salone, hanno chiesto i documenti di Hasib, hanno fatto le foto, lo hanno picchiato con il bastone, Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli pugni e calci, lo hanno preso dai piedi e l'hanno buttato giù». Una vicina, allertata da un tonfo, si è affacciata e ha fotografato l'uomo, raggiunto in cortile da due agenti.

Un'altra sorella di Hasib, il giorno prima, era stata avvicinata dal proprietario di un bar della zona che le aveva segnalato un post su Facebook con la foto di suo fratello: «Fate attenzione a questa specie di essere, perché importuna tutte le ragazze, bisogna prendere provvedimenti». «Lo vogliono mandare all'ospedale», le avrebbe confidato il barista. Solo una coincidenza temporale?

«Non è chiaro il motivo per cui la polizia sia entrata nell'abitazione e abbia richiesto ad Hasib i documenti - chiede il Magi - né perché gli siano state fatte delle fotografie, i familiari non sono a conoscenza di eventuali verbali a suo carico né di attività di indagine specifica svolta dalla polizia giudiziaria, né al loro arrivo sul posto, né successivamente». Non risulta al momento che l'operazione della polizia nel domicilio fosse stata autorizzata dalla magistratura, visto che non risultano elementi quali la flagranza di reato o il sospetto di detenzione di armi o stupefacenti. L'interrogazione chiede alla ministra Luciana Lamorgese «se sia a conoscenza della vicenda» e se «non ritenga di avviare con la massima urgenza un'indagine interna» e «se vi sia un rapporto di servizio sull'intervento». Carlo Stasolla chiede che il comune di Roma assegni rapidamente un’altra casa alla famiglia «che ha dovuto abbandonare Primavalle dopo il dramma, a causa del clima di paura e omertà».