Attualità

AFFRONTO ALLA VITA. Lazio: il caso Ravera spacca il Consiglio regionale

Luca Liverani sabato 9 novembre 2013
Il caso Lidia Ravera approda nell’aula del consiglio regionale del Lazio. L’assessore alla Cultura della giunta Zingaretti dovrà rispondere a un’interrogazione urgente pre­sentata dall’opposizione, prima firmataria la consigliera Olimpia Tarzia, dopo l’articolo sul­l’ Huffington Post in cui la scrittrice definiva «grumi di materia» i bambini morti in gravi­danza che i genitori vogliono seppellire. E do­po le durissime reazioni del Forum delle asso­ciazioni familiari e di altre organizzazioni, ar­riva la presa di distanza di una collega in Giun­ta, l’assessore alle Politiche sociali Rita Visini, già responsabile regionale dell’Azione Catto­lica. Lo stesso il vicepresidente della commis­sione Cultura, Cristian Carrara, ex-presidente delle Acli della pro­vincia di Roma. Ma non condividono le richieste di dimissio­ni.
Ravera, come si ri­corderà, sull’Huffing­ton Post aveva attac­cato la delibera del Comune di Firenze sullo spazio cimite­riale per i genitori de­siderosi di seppellire i bambini morti prima del parto, usando termini pesantissimi (sulla vicenda vedi box a fianco, ndr ). Martedì pros­simo, 12 novembre, la conferenza dei capi­gruppo regionali dovrà calendarizzare l’inter­rogazione. «Dichiarazioni gravissime ed estre­mamente offensive per le donne che hanno perso un figlio», dice Tarzia. Ancora di più per­ché pronunciate «da una donna, da una rap­presentante delle istituzioni, da una persona che dei diritti individuali ha fatto una bandie­ra ». A sottoscrivere l’interrogazione, assieme a Francesco Storace della Destra, tutti i grup­pi dell’opposizione tranne M5S.
«Dimissioni», chiede anche il capogruppo del Pdl Luca Gra­mazio. E Federico Iadicicicco (Fdi) vorrebbe anche quelle del presidente Zingaretti. «Non condivido assolutamente quell’articolo – chiarisce l’assessore Rita Visini – perché l’e­sperienza di un aborto, subìto o cercato, pro­voca un dolore immenso che merita il massi­mo rispetto. Al di là delle diverse sensibilità sull’interruzione di gravidanza, bisogna fare sempre una grandissima attenzione a chi vive questo dramma sulla propria carne».
Detto ciò, Visini confessa il suo stupore: «Ho imparato a stimare Ravera lavorandoci assieme, ad esempio sulla prossima giornata internaziona­le del 25 novembre contro la violenza sulle don­ne. Credo non si sia resa conto che scrivere sul suo blog non poteva essere un atto solo per­sonale. Quando rivesti un ruolo istituzionale – avverte – devi fare molta attenzione a non coin­volgere il gruppo politico con cui lavori. Oggi il Paese ha bisogno di pacificazione, tutte le chiacchiere e le polemiche sono sterili, la po­litica – con la 'P' maiuscola – deve ricomin­ciare a progettare al servizio della persona». Ma non concorda sulle dimissioni: «Ha e­spresso un’opinione che non coinvolge il la­voro della Giunta. Non ritengo ce ne siano gli estremi».
«Di quell’articolo non condivido né i conte­nuti né la forma», dice Cristian Carrara. «Chi ha un ruolo pubblico deve soppesare le paro­le, al di là delle proprie idee, per non creare vulnus. Ha confuso le sue idee e il suo ruolo. Ma la richiesta di dimissioni mi sembra fuor di luogo: non ha compiuto un abuso amministrativo ». E aggiunge: «Se vogliamo costruire u­na società inclusiva dobbiamo deporre le ar­mi dell’ideologia, lo dico anche per noi cri­stiani. È faticoso, ma è l’unica via».